FRUTTA SECCA IN CONTINUA ASCESA, CALCAGNI: “CRESCE L’INTERESSE DELLA GDO”

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La frutta secca continua ad andare controcorrente. “Nel settore il comparto con performances migliori è quello della frutta secca-disidratata”, afferma Riccardo Calcagni (nella foto), amministratore delegato di Besana. “Tra il 2013 e il 2014 ha segnato un +14% a valore che conferma il grosso interesse del consumatore verso questi prodotti, che sono sempre più conosciuti anche per i loro valori nutrizionali”.

Il tutto nonostante l’impennata dei prezzi di alcuni prodotti, dalle mandorle, alle noci, fino, soprattutto, alle nocciole. “Le nocciole sono passate da 7 mila a 16 mila dollari alla tonnellata in un solo anno”. Un aumento vertiginoso dei prezzi dovuto soprattutto alle gelate in Turchia dello scorso anno. Le speculazioni dei produttori e dei commercianti sono state notevoli creando forti pressioni sul mercato. Le ottime performances delle nocciole sta provocando in alcuni areali vocati come il Piemonte una rincorsa alla coltivazione. “In un ettaro di terreno di possono produrre mediamente 2 mila chili di nocciole”, afferma Calcagni. “Se calcoliamo che il prezzo del prodotto può arrivare a 6 euro al chilo si arriva a 12 mila euro di valore ogni ettaro coltivato con costi di gestione tutto sommato abbastanza limitati”.

Ma bisogna fare attenzione anche alle possibili conseguenze, come in California, in una delle principali “food valley” d’America, pur in un contesto diverso. Qui è il regno delle mandorle (e non solo). I prezzi rimangono remunerativi, anche questa stagione è stata positiva, ma le enormi distese di piantagioni di mandorle messe a dimora negli ultimi anni (e le grandi quantità d’acqua necessarie per la coltivazione) stanno creando oggi non pochi problemi, anche per la gravissima siccità che il Paese della West Coast sta attraversando negli ultimi tre anni.

Il settore ad ogni modo "tira". “La frutta secca e in particolare i prodotti disidratati hanno successo, sono di moda, grazie anche alla ricerca e alla comunicazione legata ai valori salutistici e nutritivi dei prodotti”, spiega Calcagni. “E se ne sta accorgendo anche la Gdo, che vicino alle casse dei supermercati (come hanno fatto Lidl e Aldi) sta progressivamente togliendo le merendine e i dolciumi per inserire la frutta secca e combattere il cibo spazzatura. Sono segnali incoraggianti”. (e.z.)

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