FRUTTA A GUSCIO, LA RICERCA AVANZA: IL PUNTO ALLA FEM

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La situazione e le prospettive future del settore frutta a guscio in Italia sono il tema al centro dell’evento scientifico che si è aperto oggi a San Michele all’Adige. Due giorni di confronto tra una cinquantina di ricercatori sulla situazione corrente dei consumi, della produzione e della commercializzazione della frutta a guscio in Italia ed in Europa e sulle più recenti acquisizioni scientifiche mirate a proporre strategie di gestione innovative e sostenibili.

L’evento è organizzato dalla Fondazione Edmund Mach in collaborazione con la Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana. In apertura sono intervenuti il dirigente del Centro Ricerca e Innovazione FEM, prof. Mario Pezzotti, e il presidente del SOI, prof. Antonio Ferrante. Sono seguite le relazioni del vice presidente dell’organizzazione mondiale della frutta secca – INC International Nut and Dried Fruit Organization – Giuseppe Calcagni e di Tatiana Castellotti e Francesco Licciardo del Centro Ricerca Politiche e Bioeconomia del CREA.

Erano presenti anche i rappresentanti del mondo produttivo nazionale e locale sia della castanicoltura che della nocicoltura e delle altre colture frutticole a guscio oggetto delle giornate scientifiche.

I temi affrontati durante il convegno sono stati le attuali risorse genetiche e genomiche per la caratterizzazione delle varietà più idonee e la loro applicazione a supporto del processo vivaistico e di produzione di materiale vegetale sano e certificato, la gestione dei suoli, gli aspetti cruciali legati alla fisiologia, in relazione ai cambiamenti climatici, e la gestione del post-raccolta.

Il settore della frutta a guscio in Italia sta vivendo un momento di particolare interesse. La coltivazione del nocciolo è in espansione in diverse aree italiane grazie alla crescente domanda di prodotto da parte dell’industria alimentare ed all’elevata qualità delle cultivar italiane; la mandorlicoltura ha invece subito un forte ridimensionamento. Se la coltivazione del pistacchio è concentrata quasi interamente in Sicilia, in forte espansione è la coltivazione del noce, a seguito di un contesto mondiale di crescente consumo. La castanicoltura nazionale sta riprendendo dopo anni di pesanti perdite dovute a patogeni e parassiti, con un incremento nella coltivazione, produzione e soprattutto esportazione verso paesi quali Germania, Svizzera, Austria, Francia e Spagna.

I ricercatori FEM hanno parlato di caratterizzazione genetica, metabolica e della tracciabilità geografica di diverse specie di frutta a guscio, ma anche di studi su aspetti cruciali quali la maturazione del frutto, l’ottimizzazione dell’uso dell’acqua con il supporto dell’agricoltura digitale e lo sviluppo di buone pratiche di economia circolare basate sul possibile riutilizzo degli scarti di potatura, raccolta e lavorazione di noce e castagno nell’ambito della filiera casearia o in agricoltura biologica.

L’evento si chiude domani con una visita tecnica presso i campi di noci del Bleggio Superiore e alla collezione di castagni di Albiano.

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