“La grande distribuzione sposa la filosofia legata alla “guerra” del prezzo. Ma in questo modo svilisce la qualità del prodotto e gli sforzi dei produttori e degli importatori”. Parla chiaro Luca Garletti, titolare dell’azienda Mc Garlet, specializzata nella commercializzazione di frutta esotica, mettendo nero su bianco le logiche commerciali della gdo riguardo il comparto dell’esotico. E aggiunge, rincarando la dose con un esempio: “Oggi un mango importato via mare vale meno di una mela coltivata in Trentino. Mi sembra che la tendenza sia quella di sfruttare una parte dell’emisfero Sud del mondo come fosse una colonia. In questo modo i retailer combattono una guerra sui prezzi nell’acquisizione dei prodotti svilendo gli sforzi degli importatori. E invece che scommettere sulla qualità del prodotto preferisce proporre ortofrutta in controstagione”.
L’imprenditore lombardo, tuttavia, ammette che qualche catena si sta sforzando di invertire questa tendenza cercando di non forzare troppo la mano in un settore comunque in sensibile crescita.
“L’esotico ormai non è più una nicchia. Se dieci anni fa valeva il 4% del mercato, oggi arriva all’8%. Ed è uno dei segmenti più performanti del comparto ortofrutta assieme ai berries, dove il consumatore, sempre più multietico, è anche più preparato ed esigente”. Il consumo non è più occasionale, “bensì la frequenza di acquisto è mediamente bisettimanale e sempre più costante”, afferma Garletti.
Entrando nel merito delle varie referenze secondo Garletti il prodotto che ha registrato la crescita più alta è l’avocado, “una verdura che fa bene e che aiuta a combattere le malattie e il colesterolo. Nel giro di tre anni abbiamo avuto vendite del +100%, e raddoppiate tra 2015 e 2016. Numeri che confermano il consolidamento di un fattore: i consumatori sono sempre più attenti a ciò che mangiano, e cercano sempre più di seguire una sana alimentazione, comprese le diete vegetariane e vegane. Un trend che può diventare una grande opportunità per il settore ortofrutticolo. In questa partita l’esotico può giocare un ruolo importante. Nel futuro dell’alimentazione l’ortofrutta potrà ritagliarsi spazi sempre più significativi”.
A fianco dell’avocado Mc Garlet ha registrato un aumento delle vendite anche per mango e papaya, “che come gli altri prodotti esotici hanno importanti proprietà salutistiche”, registrando nel 2016 un +20% rispetto all’anno precedente. Crescite a doppio zero per il ginger e incrementi anche per il lime che però ha numeri ancora piuttosto esigui. Altro prodotto importante per l’azienda orobica è il cocco.
Mc Garlet si rifornisce da 30 Paesi sparsi per tutto il mondo affidandosi per il confezionamento ad una cooperativa di solidarietà sociale in cui oltre la metà del personale – multietnico – sono disabili o con seri problemi fisici.
L’impresa bergamasca, che nel proprio paniere conta ben duecento referenze tra esotico e prodotti in controstagione, nel 2016 ha commercializzato due milioni di colli (500 contenitori circa), che sono stati distribuiti per il 50% nei mercati all’ingrosso – una quarantina – e per il restante 50% nella gdo. “L’ingrosso rimane un canale di riferimento che sta riacquistando un certo peso dopo anni di crisi. Ed è importante che continui a ritagliarsi una fetta significativa del mercato”.
In controstagione Mc Garlet commercializza soprattutto piccoli frutti: more, mirtilli, lampone, fragole provenienti da svariati Paesi come Messico, Argentina, Cile, Perù, ma anche Marocco e Spagna.
Emanuele Zanini