FRUIT ATTRACTION, CALLEJA: “LA SPAGNA MIRA A SUD AMERICA ED ESTREMO ORIENTE”

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Sudamerica ed Estremo Oriente sono i due nuovi mercati target del settore ortofrutticolo spagnolo non solo come nuovi sbocchi di mercato ma anche per creare un’offerta di ortofrutta complementare per il mercato globale (soprattutto in sinergie con l’America latina che produce in contro-stagione) e per esportare tecnologia agricola per lo sviluppo del settore primario di due colossi produttivi.

Su questi due obiettivi si sono costruite tutte le novità che hanno caratterizzato la nona edizione di Fruit Attraction che si è tenuta alla fiera di Madrid dal 18 al 20 ottobre scorso. Ce lo rivela il direttore di Ifema, Raul Calleja (nella foto), che ha messo in piedi una serie di strumenti a sostegno dell’export spagnolo sempre più aggressivo verso questi mercati in cui la Spagna sta dimostrando di sapere fare sistema.

Direttore Calleja, quali sono i numeri di questa edizione e quali le novità?

“Abbiamo avuto 1.500 espositori e circa 60mila visitatori professionisti provenienti da 110 Paesi. Tra le novità di quest’anno la creazione di Smart Agro che è un’area espositiva nuova dedicata alla tecnologia a servizio del settore produttivo per renderlo ancora più competitivo sull’export. Abbiamo anche inaugurato una sezione dedicata alla frutta secca, il Nuts Hub e vogliamo potenziare il tema del breeding che è un settore che segnerà il ritmo del mercato e della distribuzione nei prossimi anni”.

In che modo lo svilupperete?

“Con il Seed forum che vuole essere una sorta di direttorio di tutte le imprese innovative. L’obiettivo è fare di Fruit Attraction un punto di riferimento per le innovazioni di prodotto che verrebbero presentate in un periodo strategico per la commercializzazione spagnola che è il mese di ottobre quando le catene della Gdo predispongono i contratti di fornitura”.

Quest’anno si è notata una forte presenza di buyer asiatici, soprattutto cinesi e sudamericani, in particolar modo brasiliani.

“Sono due Paesi chiave. Il Brasile perché acquista il 75% di tutte le esportazioni ortofrutticole dell’Ue per redistribuirle verso tutta l’America latina. La Cina perché sta aprendo il mercato agli europei e la Spagna punta a posizionarvisi tra i primi fornitori Ue. Per questo insieme ad Icex, che è l’Ice spagnolo, abbiamo individuato una lista di 60 buyer, tra importatori, grossisti e supermercati, e li abbiamo invitati alla fiera”.

Italia e Spagna sono due Paesi simili per prodotti e qualità delle produzioni. È possibile creare un blocco congiunto di export ovvero lavorare insieme sul fronte degli accordi bilaterali con la Cina?

“Siamo due Paesi membri dell’Ue che consideriamo un mercato unico. Penso che questo sia un tema di cui debbano farsi carico, a livello politico, le istituzioni europee”.

Quali sono le principali difficoltà di ordine pratico nell’approccio al mercato cinese?

“I consumatori cinesi non conoscono le regioni spagnole. C’è bisogno di un lavoro propedeutico per fargliele conoscere”.

La marca ‘Alimentos de Espana’ fa parte di questo work in progress?

“Quello è un progetto del ministero dell’Agricoltura che punta ad una sorta di denominazione di origine spagnola ma è ancora in fase di sviluppo. Le nostre imprese, al momento, stanno esportando con i propri marchi”.

Quale è la strategia di internazionalizzazione della fiera che avete in corso?

“Quando abbiamo iniziato 9 anni fa, il 96% delle esportazioni spagnole erano indirizzate verso l’Ue. Adesso, dopo nove anni in cui si è registrato un incremento dell’export spagnolo del 14-15% l’anno, la quota si è ridotta al 92%. Questo significa che sono cresciute in modo importante anche le destinazioni verso mercati Terzi come ad esempio quelli dell’Est Europa anche in considerazione della loro vicinanza alla Russia. Sono interessanti anche il Sudest asiatico come India e Thailandia o il Sudamerica. Di pari passo stiamo cercando di ampliare anche lo spettro di azione della fiera”.

Tra un mese il brand Macfruit Attraction, inaugura la prima edizione cinese a Shanghai in concorrenza con Fruit Logistica China che debutterà sempre lì nel 2018. Che ne pensa?

“L’accordo con Rimini è strategico e abbiamo una condivisione totale sulla strategia delle fiere. La grande attenzione degli operatori sul settore fieristico vuol dire che è forte e che interessa molti attori e molti mercati. Ma gli unici brand in espansione sono Fruit Logistica e Fruit Attraction, per il resto si tratta di operatori locali. Poi il mercato è libero e le aziende decideranno lo strumento più utile per la propria attività”.

A proposito di brand fieristici, quest’anno c’è stato un accavallamento di date tra Fruit Attraction e il Pma di New Orleans. Una competizione che ha spinto molte aziende a dovere fare una scelta.

“Noi non siamo in competizione con il Pma ma con noi stessi. Sono le associazioni di categoria spagnole che dialogano con Ifema, che ci indicano qual è la migliore data per un trade show nazionale in funzione della commercializzazione”.

Quest’anno però alcuni operatori sono stati messi davanti ad un bivio.

“Vorrà dire che una delle due fiere dovrà cambiare la data”.

Mariangela Latella

 

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