FRAGOLE, APRILE CRITICO. SURIANO: “BOOM DELL’OFFERTA, PREZZI CROLLATI”

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Aprile drammatico per le fragole, a causa di un’impennata dell’offerta e di un crollo delle quotazioni. A sostenerlo è Carmela Suriano (nella foto), direttore generale di Planitalia di Policoro (Matera). “Dal 2 aprile abbiamo assistito a una caduta verticale dei prezzi con un picco produttivo nella seconda settimana del mese che ha ulteriormente mortificato le quotazioni”.

“Fino a marzo il mercato si era mantenuto abbastanza equilibrato – premette Suriano – nonostante a febbraio fossero arrivate sul mercato alti quantitativi di prodotto spagnolo, che hanno spinto un po’ in basso i prezzi. Tuttavia ci siamo difesi con la buona qualità del nostro prodotto. I problemi sono iniziati subito dopo Pasqua – prosegue l’imprenditrice dell’impresa metapontina – quando l’offerta ha raggiunto livelli elevatissimi. Le quotazioni sono così precipitate: attualmente i prezzi sono molto bassi. Per un prodotto di qualità extra le cifre oscillano tra i 2,20 e i 2,30 euro al chilo, quando un prezzo dignitoso per frutta di così alta qualità sarebbe attorno ai 3,50 euro, cifre che prima di Pasqua spesso si riuscivano ad ottenere. Oggi invece siamo, come è evidente, addirittura a 1 euro al di sotto del prezzo minimo “. Il clima e i bassi consumi senza dubbio hanno influenzato negativamente il mercato. “A causa anche di questi fattori quest’anno tra l’altro – aggiunge Suriano – non abbiamo trovato sbocchi commerciali verso l’Est Europeo e in Germania, Paesi ancora in parte in preda alla morsa del gelo. Nel 2012 invece l’export verso queste aree era andato bene”.

La manager di Planitalia, tra i leader di mercato con le varietà Candonga e Sabrina che da sole rappresentano il 50% delle piantine commercializzate nel Mezzogiorno, lancia un avvertimento al comparto: “È necessario che si pensi seriamente al futuro della fragolicoltura italiana. Bisogna investire su una fragola di altissima qualità per essere realmente competitivi sui mercati e fare reddito. Purtroppo ad oggi, specie nel Sud Italia, c’ ancora un’eccessiva frammentazione dell’offerta e una mancanza di comunicazione. Sui banchi dell’ortofrutta si trova ancora troppo prodotto anonimo. Non è più possibile proporre fragole indistinte, ma evidenziare il nome della varietà. Credo che Op e Aop potrebbero attuare una politica più incisiva in questo senso lavorando per innalzare il potere contrattuale sul prodotto. La mancanza di organizzazione penalizza enormemente l’Italia. Manca la volontà di fare massa critica, come invece sta facendo la Spagna”.

Nonostante una generale visione a tinte fosche Suriano è fiduciosa su alcuni spiragli per la seconda parte della stagione. “Il ritardo della produzione dovrebbe portare a un allungamento del calendario fino a metà giugno, con la produzione spostata in avanti di circa 25 giorni rispetto alla media. Questo potrebbe favorire le vendite nell’ultimo periodo”.

 

Emanuele Zanini

emanuele.zanini@corriere.ducawebdesign.it

 

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