Le filiere alimentari Dop e Igp rappresentano un modello avanzato di sostenibilità sia ambientale che, soprattutto, sociale considerato l’importante ruolo svolto da alcune produzioni di qualità nello sviluppo di economie territoriali. È quanto viene riportato da Agrisole, come emerge da un approfondito studio curato dalla Fondazione Qualivita e realizzato con il contributo del Masaf che ha evidenziato il crescente impegno dei Consorzi di tutela italiani verso la sostenibilità ambientale, economica e sociale, sottolineando il ruolo strategico dei prodotti DOP e IGP per lo sviluppo dei territori e delle comunità locali.
Il rapporto, che analizza normative, schemi di certificazione e un campione rappresentativo di 30 prodotti agroalimentari italiani Dop e Igp, è stato elaborato utilizzando la metodologia Fao-oriGIn pubblicata nel marzo 2024 con lo studio “Developing a roadmap towards increased Sustainability in Geographical Indication Systems”
L’analisi è stata realizzata utilizzando i 442 indicatori previsti dallo studio FAO-oriGIn e ha rivelato come i prodotti a Indicazione geografica coprono un sottoinsieme di 45 indicatori. I risultati dello studio evidenziano che il pilastro della resilienza economica è il più sviluppato, con 23 indicatori rilevati, confermando il ruolo cruciale dei Consorzi di tutela nel garantire la stabilità economica delle filiere produttive e nella valorizzazione dei territori. Tuttavia, esistono ampie opportunità di miglioramento, in particolare per il pilastro dell’integrità ambientale, che presenta solo 8 indicatori, e per la buona governance, con 5 indicatori.
“Il settore lattiero-caseario – spiegano alla Fondazione Qualivita – si è dimostrato il più avanzato in termini di sostenibilità, con 38 indicatori rilevati su 45, seguito dal settore prodotti trasformati a base di carne e dal settore prodotti ortofrutticoli, ciascuno con 30 indicatori”.
Le principali aree di miglioramento evidenziate dal rapporto includono invece la gestione del rischio climatico, la riduzione delle emissioni di gas serra, la promozione di pratiche di conservazione del suolo e delle risorse idriche, così come l’incremento della formazione formale e informale, la consapevolezza in tema di igiene e sicurezza, e la corretta identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi. “Il rapporto conferma – ha spiegato il direttore della Fondazione Qualivita, Mauro Rosati – che le Indicazioni Geografiche italiane possiedono nel loro DNA un modello di sostenibilità avanzato e in continua evoluzione. Questo approccio si riflette non solo nei processi produttivi e nella gestione complessiva delle IG, ma anche nei numerosi progetti già avviati dai Consorzi di tutela in molte di queste filiere”.
”Siamo convinti – ha aggiunto il presidente della Fondazione Qualivita, Cesare Mazzetti – che attraverso progetti di ricerca come questo si possa dare un serio contributo verso la transizione green del sistema DOP IGP italiano”.
“Ringrazio la Fondazione Qualivita – ha proseguito il presidente di Origin Italia, Cesare Baldrighi – perché questo studio rappresenta un punto di partenza fondamentale per comprendere lo stato attuale della sostenibilità nelle IG italiane e le azioni necessarie per migliorarlo. Il nostro impegno come soggetto di rappresentanza dei Consorzi italiani sarà quello di sostenere in tutte le sedi istituzionali un progetto unitario e di sistema per la sostenibilità delle IG italiane”.