FINE EFFETTO “PRIMAVERA ARABA”, IL NORD AFRICA PRONTO A RIPARTIRE

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Si sta esaurendo l’effetto negativo della primavera araba sulle economie della sponda Sud del Mediterraneo. Secondo le proiezioni dell’African economic outlook, il 2013 sarà migliore rispetto al 2012 per quasi tutti i paesi dell’Africa settentrionale.La notizia è riportata dall’Avvisatore Marittimo che in un articolo spiega come sta evolvendo il mercato magrebino.

Fino al 2011, l’Europa meridionale guardava allo sviluppo dell’Africa settentrionale come a una via d’uscita dalla crisi che ha colpito i paesi occidentali dal 2008. Il prodotto interno di quest’area, dove vivono 300 milioni di persone, pur avendo subito un rallentamento nel 2009, era comunque positivo e ben superiore a quello dei Paesi della sponda europea del Mediterraneo.

La primavera araba ha provocato un contraccolpo che ha inciso anche sui traffici marittimi, portando ad esempio all’esplodere della crisi di compagnie come la marocchina Comarit. Gli ultimi dati dell’African economic outlook (ente di ricerca supportato dall’African Development Bank, dall’Ocse, dalla United Nations Economic Commission for Africa, dallo United Nations Development Programme e da una rete di centri di ricerca africani) mostrano che adesso le economie di questi Paesi hanno ricominciato a correre.

Nei Paesi dove si è verificato un cambio di regime, l’andamento del Pil è stato più instabile. In Libia, dove si è verificato il conflitto più violento, il prodotto interno è sceso nel 2011 del 41,8%, ma nel 2012 ha avuto una ripresa del 20,1% e nel 2013 crescerà ancora del 9,5%. A metà di quest’anno partiranno gli appalti per il grande business della ricostruzione e nelle ultime settimane sono stati annunciati nuovi servizi che riguardano proprio la Libia, segno che gli armatori stanno fiutando l’aria della ripresa. Ad esempio, la compagnia Med Cross Line di Venezia potenzierà il suo servizio dall’Adriatico alla Libia, e collegherà il paese nordafricano anche con la Turchia. Anche la compagnia di Stato tunisina Ctn ha annunciato che dal prossimo 17 febbraio partirà una nuova linea fra Tunisia e Libia.

In Tunisia, altro Paese dove è cambiato il regime, nel 2011 il Pil è sceso dell’1,1%, per poi risalire del 2,5% nel 2012 e quest’anno la previsione è di un ulteriore +3,7%.

Il terzo Paese che ha visto un regime change è stato l’Egitto dove, dal +5,1% del Pil nel 2010 si è passati a +1,8% nel 2011 e +0,8% nel 2012. Nel 2013 è previsto un +2,8%. Gli scontri che ci sono stati a Port Said, con decine di morti negli ultimi giorni, potrebbero cambiare questa previsione anche se Mohab Mameesh, presidente e amministratore delegato della Suez Canal Authority, ha garantito ieri che i traffici marittimi lungo il canale di Suez proseguono regolarmente. Su Algeria e Marocco l’impatto è stato minore.

In Algeria il Pil è leggermente rallentato, da +3,3 a +2,8% fra 2010 e 20911, per poi risalire a 3,1% con previsione per quest’anno di +4,2%.

In Marocco il Pil è salito da 3,7% nel 2010 a +4,6% nel 2011, +4,5% nel 2012 e +4,8% previsto nel 2013. Dal punto di vista marittimo, l’Algeria sconta però una grave carenza di infrastrutture e lentezza burocratica. Il governo ha appena lanciato un investimento di 3 miliardi di euro per modernizzare tredici linee ferroviarie interne. Il Marocco ha invece puntato molto sui porti già da qualche anno, ma il progetto Tanger Med ha segnato il passo lo scorso anno.

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