FIERE, L’ASSIST DI MARCO SALVI RIAPRE I GIOCHI

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Un cambio di passo. La recente assemblea di Fruitimprese (leggi news) ha segnato, a nostro modesto avviso, l’ingresso nella maturità della presidenza di Marco Salvi. Il momento in cui si passa dalle relazioni diligenti, articolate ma un po’ rituali, alle proposte vere, in grado di incidere, di segnare un percorso nuovo per tutto il settore.

Il tema, da noi tante volte sollevato, del deficit di rappresentanza del comparto ortofrutta – davvero un grande Personaggio economico ancora in cerca d’autore – è stato assunto nella doppia declinazione dell’Italia leader in molte produzioni “ma troppo spesso senza una vera leadership di mercato”. Col corollario della necessità di fare “più sistema anche con le altre organizzazioni del settore”. E poi con la necessità “di creare un’unica fiera nazionale dell’ortofrutta che ci rappresenti nel mondo” superando localismi e provincialismi.

Fare sistema (esempi Agrinsieme, Cpr System); più collaborazioni (Ice, Cso, Oi Ortofrutta Italia); promuovere le aggregazioni tra privati; concentrare le risorse su un evento fieristico unico e forte, in grado di rappresentare l’intero sistema paese (modello Fruit Attraction).

Sono queste le quattro direttrici che Salvi ha posto sotto il titolo “Cosa possiamo fare noi”. Infatti è giunto il momento, adattando una celebre frase di Kennedy, di capire non cosa il Paese può fare per l’ortofrutta, ma cosa il sistema ortofrutta può fare per il Paese. E da qualche parte questo sistema, che tante volte latita e non dà segno di sé, deve partire. E ci sembra che Salvi abbia fatto capire chiaramente che è dal discorso fiere che può cominciare un percorso nuovo. Proprio nel momento in cui Verona annuncia per il 2015 un nuovo salone e mentre a Milano stanno maturando scelte importanti collegate a Fruitech Innovation e all’Expo 2015. Quanto c’è stato e c’è tuttora di buono nell’esperienza di Macfrut – per cui non si ringrazierà mai abbastanza il suo grande patron Domenico Scarpellini – può essere portato a sintesi in un nuovo evento nazionale in grado di rappresentare davanti al mondo il sistema ortofrutta Italia, una rappresentazione alta e forte. Ci sono molti segnali anche politici in questo senso, oltre che un pressing da parte dei principali attori di questo mondo.

Non vogliamo gonfiarci il petto – non è nel nostro costume – ma siamo stati proprio noi del Corriere Ortofrutticolo ad aprire il dibattito sul tema fiere, dando per primi la notizia del salone veronese (leggi news). Certo che passare da uno a tre sarebbe troppo, uno spreco di risorse, un autogol. E’ il momento delle sintesi forti per un comparto che vuole crescere, che sa fare innovazione-qualità-export, e che ha solo bisogno di credere di più in se stesso, nelle proprie virtù, nei propri buoni progetti e nelle proprie buone relazioni. Un po’ l’idea che abbiamo lanciato noi del Corriere con la serata degli “Oscar della frutta” in cui premiamo i Protagonisti delle copertine del nostro giornale. E’ il momento dei progetti unitari, non esclusivi ma inclusivi, aperti a tutti, a chi ci sta. Ne parla sempre il ministro, ora questo assist forte di Fruitimprese. Salvi ha messo in moto la macchina. E il tempo stringe.

Lorenzo Frassoldati

direttore del Corriere Ortofrutticolo

lorenzo.frassoldati@corriere.ducawebdesign.it

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