FICODINDIA, IL CLIMA INCIDE. RANDAZZO: “RACCOLTA ANTICIPATA, VOLUMI GIÙ DEL 40%”

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San Cono, centro agricolo a pochi chilometri da Caltagirone in provincia di Catania, festeggia ogni anno il suo ficodindia durante il primo weekend di ottobre nel pieno della campagna commerciale dei “bastardoni”. Anche quest’anno la sagra arriva puntuale e si svolgerà dal 4 al 6 ottobre. Ma di frutti “bastardoni” sulle piante, alla fine di settembre ne sono rimasti davvero in pochi.

Lo spiega al Corriere Ortofrutticolo Cono Randazzo che su venti ettari produce il frutto simbolo della sicilianità e dell’agricoltura “eroica” esercitata dove la disponibilità di acqua irrigua è spesso un miraggio: “Non è stata l’assenza di piogge a scombussolare la coltura, ma è stato l’andamento delle temperature durante tutta l’estate: elevate durante lunghi periodi e caratterizzate da scarse escursioni termiche tra giorno e notte”. Una modalità “tropici” che ha accelerato la maturazione dei frutti concentrandola in un periodo molto ristretto e riducendo di almeno un mese il calendario di raccolta, lavorazione e commercializzazione del frutto spinoso ormai apprezzato in molte piazze europee.
Negli anni precedenti, infatti, la campagna di raccolta e commercializzazione è durata mediamente 4 mesi, da luglio a tutto ottobre: prima i frutti agostani, poi i “bastardoni” prodotti dalle piante in seguito alla tecnica della “scozzolatura”. Quest’anno la maturazione è avvenuta con un mese di anticipo rispetto alla media e di conseguenza anche la campagna di commercializzazione si concluderà molto prima del solito.


La siccità prolungata ha poi inciso fortemente sulle rese e i calibri. Anche per una pianta che resiste alla siccità e agli stress idrici e per questo ha trovato grande sviluppo in areali dell’Isola, le situazioni estreme non sono facilmente sopportabili. “Registriamo un calo produttivo di quasi il 40% e ci è difficile assicurare i calibri maggiori come il 12”, dice Randazzo. Che ricorda come la campagna 2023 abbia avuto un altro tenore: quattro mesi di intenso lavoro in cui nel capannone situato a poca distanza dal centro abitato di San Cono ogni giorno sono stati lavorati e condizionati oltre 100 quintali di prodotto.
Sul fronte dei prezzi Randazzo che, a latere dell’azienda agricola ha scelto di operare con una società di commercializzazione che porta il suo cognome, non si lamenta: franco stabilimento di lavorazione si va da 1 euro a 1,30 al chilogrammo con oscillazioni che dipendono ovviamente dal calibro. “Benché più alti rispetto allo scorso anno – sottolinea Randazzo – non riescono comunque a compensare in termini di fatturato la riduzione dei volumi commercializzati”. L’agricoltore di San Cono però si mostra ottimista: confida in una stagione migliore e, grazie alla resilienza che caratterizza gran parte degli agricoltori siciliani, non si lascia scoraggiare.

Angela Sciortino

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