FICO CHIUDE, INVESTITORI DELUSI E SORPRESI: “NON SAPEVAMO NULLA”. ANCHE LA POLITICA ACCENDE LA POLEMICA

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L’annuncio di Oscar Farinetti di chiudere per almeno quattro mesi Fico per poi riaprire con un nuovo progetto e un nuovo nome (Grand Tour Italia) ha lasciato sorpresi e spiazzati molti addetti ai lavori e in particolare gli investitori del parco tematico bolognese, oltre che la politica locale.

Sono stupito, sorpreso: nessuno mi aveva detto nulla“. Daniele Ravaglia (nella foto), presidente di Confcooperative Bologna, è tra le persone che hanno creduto nel progetto di Fico fin dall’inizio. Lo ammette lui stesso, intervistato da Il Resto del Carlino: “Abbiamo fatto investimenti e speso dei bei soldi”, ripete. Ma la rivelazione di Farinetti lo ha colto completamente di sorpresa: anche Ravaglia ha appurato della chiusura di Fico – che riaprirà con un nuovo nome – soltanto per vie indirette. Come lui ci sono gli altri investitori e stakeholder che, attraverso il Fondo Pai (Parchi Agroalimentari Italiani Comparto A), gestito da Prelios Sgr, hanno provato negli ultimi anni a dare linfa vitale alla cittadella del gusto, nel mirino delle polemiche e del dibattito pubblico fin dalla genesi, in un 2017 che sembra quasi lontano anni luce.

Sei anni dopo, Fico chiude. Nessuno però era stato avvisato. Lo conferma lo stesso Ravaglia: “Io non ne sapevo niente. Il tema è che rimango particolarmente stupito nell’imparare dai giornali e dalle notizie di stampa che una struttura come Fico non coinvolga per nulla i propri soci. Sono i modi che contesto”.

“Sul nuovo progetto speriamo sia la volta buona”

Oscar Farinetti

Sull’annunciato rilancio con il nuovo progetto e il nuovo nome, Ravaglia, nell’intervista al Carlino, non si sbilancia, seppur non nasconda l’amaro in bocca: “Io non faccio e non voglio fare valutazioni precise in merito al nuovo progetto. Diciamo che mi auguro solo che sia la volta buona, ecco… Questo sì. Anche perché di progetti di ristrutturazione ne ho visti già quattro negli ultimi anni…”.

“Quello che trovo poco comprensibile – aggiunge Ravaglia – è che i privati e le associazioni che rappresentano le forze economiche locali, gli imprenditori e le cooperative che hanno investito non per speculazione economica, ma per sostenere e credere nel proprio territorio, non ne sapessero davvero nulla”.

Il presidente della sezione bolognese di Confcooperative ricorda che “alcune previsioni non si sono verificate, e abbiamo investito parecchie risorse. Ma il fatto è che siamo stati tenuti all’oscuro su come veniva gestita la partita, salvo imparare dalla stampa le intenzioni di Farinetti. E oggi, in modo assolutamente inatteso, ci viene detto che il parco chiude. Qui si parla di qualche mese di stop, ma i dipendenti? Le imprese? Cosa succederà? Cosa faranno? Io sono preoccupato soprattutto per le ricadute economiche sulla città. Mi auguro che l’imprenditore, a cui riconosco capacità importanti, senza dubbio, abbia almeno l’attenzione di chiamarci e volerci coinvolgere. Onestamente, mi sembrerebbe il minimo”.

Le critiche della politica locale

Sul “caso” Fico interviene anche la politica locale, a partire dalle forze di opposizione, da cui è arrivata una pioggia di polemiche e commenti al riguardo. “Che Fico fosse un buco nell’acqua lo dicevamo sin da prima della sua realizzazione – sferzano Stefano Cavedagna, capogruppo in Comune di Fratelli d’Italia, e il collega Felice Caracciolo –. Il terreno, che ricordo essere del Caab, società controllata dal Comune, poteva e doveva essere valorizzato in altro modo”.

“L’entusiasmo di Farinetti non è proprio contagioso, anche se forse questo è l’unico atteggiamento che lo stesso può assumere di fronte al fallimento di Fico”, chiosa Francesca Scarano (Gruppo misto).

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