FEDAGRO BACCHETTA IL MINISTRO CATANIA: “SERVE FILIERA EFFICIENTE MA NON PER FORZA CORTA”

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Non sono andate giù ai grossisti di Fedagromercati le dichiarazioni del ministro Mario Catania all’assemblea Coldiretti dello scorso 5 luglio (leggi news) in cui aveva definito “inaccettabile” che prodotti ortofrutticoli freschi “che arrivano sul mercato a 2 euro, abbiano una remunerazione all’origine di 30 centesimi, con appena il 15% di valore che resta all’agricoltore".

"Dobbiamo scardinare questo sistema – ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura – la Gdo deve fare di più, trovando col mondo delle imprese agricole un contatto diretto che permetta di eliminare un’intermediazione parassitaria e molto dannosa per l’intero sistema”.

In una nota, il Consiglio nazionale dell’organizzazione presieduta da Ottavio Guala (nella foto) scrive di “aver preso atto, non senza sorpresa, di quanto affermato dal ministro”. E puntualizza che “anche i grossisti auspicano che la distribuzione organizzata si rapporti di più e che vengano superate le forti tensioni che negli ultimi tempi hanno stressato la filiera, soprattutto da parte di tutte le componenti del mondo della produzione nei riguardi della distribuzione moderna”.

Ma il punto vero, per Fedagromercati, è il persistere della confusione tra “filiera corta” e “filiera efficiente”: “se vogliamo l’equa remunerazione dei produttori – si legge nel comunicato stampa – l’obiettivo è quello di costruire una filiera efficiente, di cui la lunghezza può essere in alcuni casi un parametro, ma certamente non è l’unico e non necessariamente quello decisivo. Invece il Ministro attuale, un ministro “tecnico” che da decenni vive direttamente il comparto con attenzione e professionalità universalmente riconosciute, dice con nostra grande sorpresa che tutte le intermediazioni sono parassitarie, tout court”.

Dopo aver elencato i pregi dell’intermediazione attuata nei centri agroalimentari e nei mercati all’ingrosso (la trasparenza e il pieno controllo del prezzo da parte del produttore lungo tutta la filiera fino al negozio del dettaglio; i tempi di pagamento al produttore; la quotidiana flessibilità nel far incontrare le esigenze dell’offerta con le condizioni reali della domanda, ottimizzando la distribuzione del prodotto sul territorio con eliminazioni di sprechi e sovrapposizioni; la profonda e specifica conoscenza della merce, con la conseguente capacità di valorizzarla al meglio; la disponibilità di informazioni in tempo reale circa le preferenze del cliente finale e l’andamento dei consumi; l’esistenza di una rete commerciale di respiro mondiale competente, tempestiva, adattabile alle esigenze reali del momento, capace di tutelare e aumentare il valore di mercato della merce, sempre disponibile a lavorare – per antica cultura e saggezza – in piena sinergia con ogni singolo produttore) eccola allora che Guala sottolinea come “a nessuno piaccia sentirsi dare del parassita, specie quando ciò è agli antipodi rispetto alla verità dei fatti: siamo certi che il ministro Catania si riferiva a fenomeni ben precisi e circoscritti, ma giusto per non rischiare di sbagliare sarebbe il caso che lo stesso ministro lo precisasse esplicitamente”.

“La professionalità, la competenza, la trasparenza, la flessibilità dei centri agroalimentari conferiscono valore all’ortofrutta fresca italiana, e da sempre lo fanno insieme e a vantaggio dei produttori, oltre che dei consumatori”, prosegue Fedagromercati. “Pensavamo che fosse una consapevolezza ormai assodata, ma sembrerebbe che in questo Paese l’unico modo per rendere evidente una situazione sia quello di alzare la voce. La vicenda dell’art. 62 del Decreto del 24/01/2012 aveva già mostrato quanto poco evidente risulti talvolta il fondamentale ruolo svolto dai centri agroalimentari e dai mercati all’ingrosso; ma è stata anche l’occasione, grazie alla preziosa collaborazione della segreteria tecnica del Ministero delle Politiche Agricole, di provare la possibilità di lavorare insieme in modo proficuo e tempestivo”.

“Chiediamo al ministro Catania di voler finalmente prendere contatto con il nostro settore”, conclude la nota Fedagromercati. “Avrà modo di constatare personalmente la nostra massima disponibilità, nonché il fatto che la valorizzazione della produzione ortofrutticola italiana e la tutela del potere d’acquisto dei consumatori non passano soltanto per la GDO, ma anche – e direi soprattutto – attraverso un canale che da sempre costituisce lo snodo strategico fondamentale di tutta la filiera. Le nostre strutture altro non sono che una rete di piattaforme logistiche, dotate di tutti i servizi, a disposizione della produzione e di tutte le forme di dettaglio, compresa la distribuzione moderna (la quale già è presente in molti dei centri agroalimentari). In relazione all’obiettivo ministeriale di concentrare il prodotto e favorire l’incontro di domanda e offerta, nonché all’auspicio di un più diretto impegno della distribuzione moderna, sarebbe vantaggioso per tutti intraprendere un’azione di ammodernamento e ampliamento di tali piattaforme: perché non valutare, progettare e investire insieme in tal senso, con il coordinamento del Ministero delle politiche agricole? Invitiamo il ministro a considerare seriamente questa proposta di sviluppo”.

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