FAKE NEWS SUL POMODORO DI PACHINO, CHIARAMIDA: “IL VERO PROBLEMA È IL CROLLO DEI PREZZI”

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“La notizia data è che il pomodoro del Camerun arriva a Pachino per essere venduto nella ‘patria del pomodorino’ mentre il prodotto locale rimane sulle piante per mancanza di domanda. In realtà è stato appurato che quello trovato sugli scaffali di un hard-discount locale non era pomodoro proveniente dall’Africa. Molto banalmente, era stata apposta una targhetta errata che riportava la provenienza di frutta esotica (ananas). Devo ammettere che quasi nessuno ha strumentalizzato l’episodio dicendo che il prodotto del Camerun è venduto come pomodoro di Pachino e, francamente, ritengo che le ripercussioni sulla filiera locale saranno minime”. Parla così al Corriere Ortofrutticolo Salvatore Chiaramida (nella foto), direttore del Consorzio di Tutela del pomodoro di Pachino Igp, in riferimento alla polemica che ha tenuto banco nei giorni scorsi su quotidiani e siti online, dopo la denuncia del deputato europeo pentastellato Ignazio Corrao.

Una questione divenuta in poche ore virale, balzata agli onori delle cronache grazie ad autorevoli testate che a loro malgrado si sono fatte portavoce della fake news, creando indignazione e sconcerto tra i lettori. Sul web, c’era chi sosteneva: “La cosa più inquietante sono le bugie del ministero! Possibile che tutti debbano mentire? Se qualcuno mente agli italiani deve essere cacciato via! Solo con provvedimenti drastici in questo momento possiamo raddrizzare il nostro Paese”; o chi ironicamente scriveva: “Basta pomodori immigrati, mangiamoli a casa loro”.

A porre la parola fine al malinteso è stata la dichiarazione del Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina: “Basta con le false notizie sulla pelle degli agricoltori. L’Ispettorato repressione frodi del Ministero ha rilevato che non ci sono state importazioni di pomodoro dal Camerun come certifica anche l’Agenzia delle dogane. Dal Paese africano importiamo banane e caffè, ma nemmeno un ciliegino”.

La realtà dei fatti è dunque ben diversa; ciò che è purtroppo tristemente reale è la crisi dei prezzi vissuta dai produttori di pomodori di Pachino, denunciata anche dal sito fattoquotidiano.it lo scorso 31 gennaio.

“Rispetto alla questione dei prezzi di vendita, posso dire che sinora abbiamo assistito ad una prima fase della stagione agraria positiva (da novembre sino ai primi di gennaio) a cui tuttavia ha fatto seguito un drammatico crollo dei prezzi che perdura tutt’ora. Come Consorzio – ha concluso Chiaramida – sono anni che denunciamo questo stato delle cose, rimanendo inascoltati. Le risposte da parte della politica sono risibili oltreché sterili”.

Secondo alcuni il vero problema è la scarsa aggregazione dei produttori di Pachino che ne limita la competitività e, al contempo, la redditività.

In ogni caso, per cercare di sanare la terribile situazione in cui versano i produttori siciliani e tutelare la produzione oltre all’autenticità del pomodoro Pachino Igp, l’Organizzazione interprofessionale Ortofrutta Italia si è resa disponibile ad intraprendere un progetto di sensibilizzazione dei consumi in collaborazione con il Ministero, così come già avvenuto nel 2016.

“In linea con il nostro impegno a sostegno della filiera – spiega Nazario Battelli, presidente dell’Internazionale al Corriere Ortofrutticolo – avvieremo presto una campagna di promozione dei consumi, a cui faranno seguito diverse iniziative per i singoli prodotti di stagione dove potrebbero trovare spazio anche i pomodorini siciliani”.

Chiara Brandi

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