I coltivatori della Copagri si sono riuniti in assemblea a Faenza per un incontro di approfondimento e verifica sull’accordo firmato lo scorso anno dai Tavoli Verdi di Ravenna e Forlì-Cesena e dalle rispettive Province. All’iniziativa erano presenti Gianluca Bagnara economista e coordinatore dei gruppi di lavoro per l’elaborazione dell’accordo e Gennaro Di Tirro, presidente Copagri Ravenna.
Presente anche una rappresentanza di Copagri Forlì-Ce.
L’accordo, frutto della condivisione da parte di tutto il mondo agricolo romagnolo prevede una serie di azioni e obbiettivi da perseguire per correggere alcune criticità del sistema frutticolo italiano:
-ricorrenti crisi di mercato e crollo dei prezzi;
-rapporti nella filiera poco equilibrati e poco trasparenti;
-non adeguata efficienza delle strutture di commercializzazione;
-mancanza di controllo dell’offerta;
-strumenti normativi da correggere (ritiri, contratti, ecc.);
-armonizzazione dei costi dei fattori produttivi in Europa (carburanti, manodopera,presidi sanitari,ecc.)
-scarsa attrattiva delle OP e coop. e scollamento con la base.
Copagri è particolarmente convinta, e gli interventi degli associati e invitati presenti lo hanno confermato, che occorre attuare concretamente le azioni previste nel documento sottoscritto. Come ricordato dal dott. Bagnara un obbiettivo è stato raggiunto con la emanazione dell’art. 62 , un intervento legislativo che prevede la obbligatorietà dei contratti di cessione dei prodotti agricoli con prezzi e tempi certi di pagamento. Tale normativa va ora applicata con convinzione e determinazione per tutelare la produzione agricola più esposta sui mercati.
Un’altra importante operazione è stata realizzata con la costituzione dell’Organismo Interprofessionale della pera a livello regionale, che sarà in grado di tutelare questo importante settore frutticolo.
Ora bisogna proseguire sul versante delle strutture di commercializzazione delle OP e cooperative per concretizzare organismi consorziati, filiali di prodotto specializzate, integrazione delle strutture logistiche e commerciali, efficienza della gestione con meccanismi di incentivazione della dirigenza legata ai risultati, utilizzo dei piani operativi per la riorganizzazione produttiva e per la gestione dei ritiri.
I coltivatori Copagri hanno espresso chiaramente di essere attenti alla utilità e importanza delle strutture associative nella nostra regione e proprio per questo chiedono il massimo di impegno per migliorarne gestione, efficienza, rapporto coi soci, difesa del reddito delle aziende agricole. Ciò anche attraverso il superamento di rigidità di personale e dirigenze.
Naturalmente occorre continuare anche l’azione unitaria nei confronti delle amministrazioni pubbliche europee, nazionali e coinvolgendo quelle locali per correggere gli aspetti normativi ancora obsoleti nella direzione indicata dall’accordo romagnolo.