Le crisi e i conflitti internazionali, le difficoltà nella logistica e nei trasporti sulle lunghe distanze si fa sentire anche in Spagna, dove anno dopo anno aumenta la quota riservata all’export continentale: in assenza di mercati alternativi e durevoli oltremare, negli ultimi anni la partecipazione europea alle esportazioni spagnole è infatti sensibilmente cresciuta, passando da 13,111 miliardi di euro del 2019 – pari al 95% dell’export totale – ai 16,334 miliardi di euro del 2023, il 97% del totale.
Nel 2019 le vendite verso i mercati extraeuropei ammontavano a 663 milioni di euro, il 5% del totale, mentre nel 2023 non sono andate oltre i 520 milioni di euro, il 3% complessivo.
In Europa, l’UE è il primo mercato, con 13,696 miliardi di euro, l’81% del totale e con una crescita del 7% rispetto al 2022; il Regno Unito è il secondo sbocco, con 2 miliardi di euro, il 2% in meno nel 2022.
L’importanza dell’Europa e più in particolare dell’UE per il settore ortofrutticolo è legata anche al quadro legislativo, secondo FEPEX, che ha elaborato i dati. Resta il fatto che trovare mercati alternativi, abbattendo barriere fitosanitarie e conquistando nuovi consumatori, per la Spagna così come per l’Italia, si fa sempre più importante.
Mirko Aldinucci
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