L’export è in rosso. Preoccupano i dati emersi dall’ultimo report di Fruitimprese, secondo cui nei primi sette mesi dell’anno il saldo della bilancia commerciale è in negativo per 12 milioni di euro (leggi news). A tal proposito Marco Salvi (nella foto), presidente di Fruitimprese, analizza la grave situazione.
“Dopo tanti segnali di peggioramento della situazione, abbiamo toccato un altro record negativo – premette l’imprenditore ferrare a capo dell’associazione che raggruppa gli esportatori e importatori ortofrutticoli italiani. “Per la prima volta il saldo della bilancia commerciale dell’ortofrutta italiana va in negativo per 12 milioni, non era mai successo. L’anno scorso c’era stato il sorpasso dell’import come quantità, adesso anche a valore. Da un anno all’altro abbiamo perso quasi 400 milioni di euro. La situazione è davvero molto preoccupante, perché si aggiunge alle altre emergenze del settore dopo quella dei danni da cimice asiatica e delle altre problematiche fitosanitarie che stanno colpendo le nostre produzioni più tipiche. Tutti temi su cui ci confronteremo col ministro Teresa Bellanova lunedì mattina 21 ottobre in Prefettura a Ferrara in un incontro cui sono stati invitate le confederazioni agricole, le associazioni delle imprese e la Regione Emilia Romagna nella persona dell’assessore Simona Caselli”.
“Sarà un’occasione importante per invitare la ministra a convocare con la massima urgenza il Tavolo ortofrutticolo nazionale, impegno che la ministra stessa ha preso recentemente riguardo a tutte le filiere dell’agroalimentare. E’ necessario – a fronte di questi ultimi dati sull’interscambio commerciale – affrontare immediatamente e con risolutezza la questione annosa dell’apertura dei nuovi mercati per il nostro export”.
“Confidiamo nel ministro Teresa Bellanova – conclude Salvi – che ha posto il tema dell’internazionalizzazione ai primi posti del suo programma, perché il nostro Governo affianchi gli sforzi delle imprese nell’azione politico-diplomatica per aprire alle nostre produzioni di qualità come mele, pere, kiwi, uva da tavola, agrumi i mercati lontani (Cina, Asia, Sudafrica, Messico) dove i nostri prodotti sono richiesti e apprezzati ma mancano i protocolli fitosanitari e gli accordi bilaterali. Se non si invertirà la rotta, la conseguenza sarà una drastica riduzione delle superfici produttive con un impatto negativo sui bilanci delle imprese, sul sistema ortofrutta Italia e soprattutto sui livelli occupazionali in particolare al Sud, dove è prevalente la componente femminile della manodopera”.