L’effetto guerra pesa, eccome, sulla bilancia commerciale dell’ortofrutta, che ha iniziato l’anno in rosso. Le elaborazioni Fruitimprese su dati Istat relative al primo bimestre fotografano, rispetto all’analogo periodo del 2021, un calo dell’export pari al 7,6% in termini di volumi (573.378 tonnellate a fronte di 620.294) e del 2,9% in valore (891 milioni di euro contro i 917 milioni del gennaio-febbraio precedenti). In netta ascesa, di contro, l‘import.

Esaminando le esportazioni balza all’occhio come segnino il passo quasi tutte le categorie, con la frutta fresca, voce più importante, in flessione del 10,5% in quantità (262mila tonnellate) e del 4,5% in valore (349 milioni di euro); legumi e ortaggi perdono il 3,3% in quantità (208mila tonnellate) ma crescono in termini economici (+5,7% per un “fatturato” di 373 milioni di euro), mentre il bilancio degli agrumi è totalmente in rosso  (rispettivamente -12,9% e -4,7%). Pesante il tonfo della frutta secca (-35,3% e -33,4%), in controtendenza invece la frutta tropicale, le cui (ri)esportazioni crescono del 36,3% e del 54,2%.

Calano le esportazioni, vola l’import: i volumi balzano dalle 512,736 tonnellate del primo bimestre 2021 alle 604.115 del periodo gennaio-febbraio 2022 (+17,9%) e il salto in valore è ancora più consistente, con un +33,2% determinato da acquisti per 734 milioni di euro (erano 551 milioni del 2021). In crescita, senza distinzioni, tutte le voci a partire proprio dalla frutta fresca.

La conseguenza è che il saldo commerciale si fa negativo in quantità (-30.737 tonnellate, mentre nel 2021 era di +107.918) e vede assottigliarsi notevolmente l’attivo in valore (+156.598 milioni di euro contro i +366.023 milioni del 2021); quest’ultimo cede il 57,2% sui primi due mesi dell’anno precedente.

Dati più aggiornati, relativi al primo trimestre, verranno presentati e commentati all’assemblea Fruitimprese del prossimo 23 giugno.

Mirko Aldinucci
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