EXPORT DELLE PERE, TEMPO DI VERIFICHE. LA PAROLA A GRANATA

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Il 98% delle esportazioni di pere italiane si ferma in Europa e in larghissima parte, intorno al 95%, in soli 5 Paesi: Germania, Francia, Austria, Romania e Inghilterra. Il rimanente 2% va per lo più in Nordafrica mentre nei cosiddetti mercati lontani, dall’Asia al Sudamerica, va una quota residuale bassissima.

Ce lo ricorda Luca Granata, direttore di Opera, il Consorzio che aggrega il 24,5% della produzione italiana di pere, sottolineando l’importanza del consumo domestico. Non solo l’Italia esporta pochissimo nei mercati lontani. Lo stesso capita agli altri due player importanti della pera europea, Belgio e Olanda, i quali – precisa Luca Granata, che abbiamo incontrato alla Futurpera di Ferrara – esportano in un anno in Asia 10 mila tonnellate di pere, un quantitativo inferiore di 2 mila tonnellate alle pere che Opera vende in tre settimane. Granata ritiene pertanto che ogni sforzo promozionale della pera italiana, a partire dalla varietà Abate, andrebbe concentrato in Europa e nei 5 mercati citati in particolare, cosa che allo stato delle cose non avviene.

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