ESSELUNGA A GENOVA, CAPROTTI FA RICORSO SCRIVENDO A NAPOLITANO

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Contro lo sbarco negato, Esselunga ora mette in campo l’artiglieria pesante. Sul divieto opposto al colosso della gdo di aprire il primo punto vendita genovese sull’area degli ex capannoni San Giorgio del quartiere operaio di Sestri Ponente non grava più soltanto il ricorso al Tar presentato dal braccio immobiliare dell’azienda guidata da Bernardo Caprotti.

 

La mossa in più è affidata a un altro ricorso, questa volta presentato direttamente al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano da parte del patron di Esselunga Bernardo Caprotti (nella foto). Il ricorso straordinario verrà deciso direttamente dal Consiglio di Stato dopo che – come da indicazioni del presidente della Repubblica – sulla partita si sarà espresso anche il Ministero dello Sviluppo Economico. Doppia attesa al Tar e in Consiglio di Stato, dunque, per capire come andrà a finire una battaglia che va avanti da anni. Anche se il primo obiettivo a Genova di Esselunga, si sussurra nei corridoi di Tursi, continua a essere via Piave, traversa di corso Italia, dove da tempo il colosso di Pioltello sta sostenendo gli onerosi canoni d’affitto di tutti i locali dello storico “distretto” dei concessionari d’auto. Locali che non a caso, progressivamente, si stanno liberando senza proporre insediamenti commerciali alternativi.

A Sestri tutto inizia nell’agosto 2010, quando Levante Immobiliare, partner immobiliare di Esselunga, presenta l’ennesimo progetto di sbarco. Il disegno del nuovo edificio, che si sarebbe dovuto costruire a demolizione avvenuta dell’attuale fatiscente capannone tra via Albareto e via Hermada, gioca tutto sulla creazione di 400 nuovi posti auto liberi, di giorno a disposizione dei clienti e di notte aperti alla libera sosta dei residenti dell’intorno.

Per il resto, l’oggetto degli interessi: un supermercato da 2.900 metri quadrati, 870 dei quali di generi non alimentari. Il progetto ottiene il sì degli uffici della viabilità, ma soltanto pochi mesi dopo spunta un altro disegno, studiato da Talea, immobiliare di Coop Liguria, sulle aree di proprietà dell’azienda di Carlo Castellano. L’imprenditore del biomedicale vincola il progetto al trasferimento della sua azienda a Erzelli, minacciando in alternativa di spostare dipendenti e produzione a Firenze. Arriva la richiesta di variante al Puc, e Tursi inizia a valutarla accantonando il progetto Esselunga, considerato troppo invasivo. Non che non lo sia quello di Talea, che prevede ben due strutture di vendita da 2.500 metri quadri.

Da qui l’avvio dell’azione giudiziaria di Esselunga. Il pronunciamento rispetto a questa prima opposizione (presentata a nome di Immobiliare del Levante) deve ancora arrivare, ma sembra imminente. In più, si aggiunge il nuovo carico del ricorso a Napolitano. (fonte: Il Secolo XIX)

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