ERMINI (VANGUARD): “L’ITALIA NON SA SFRUTTARE LE OPPORTUNITÀ DEL MERCATO ASIATICO”

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Vanguard International è un fornitore globale di frutta e ortaggi freschi con sede principale a Issaquah, nello stato di Washington (Usa). Operativa in numerose aree del mondo, ogni anno muove dai 5 agli 8 mila contenitori di frutta. L’ufficio di Genova, operativo da oltre 10 anni, è guidato da Silvio Ermini (nella foto) e si occupa dell’approvvigionamento dal bacino mediterraneo di frutta.

 

 

 

Tra i prodotti ci sono agrumi, mele, kiwi, pere, uva da tavola e susine. Dai 400 ai 500 i contenitori movimentati ogni anno, con frutta proveniente per il 70% circa dall’Italia e diretta, nell’ordine, in Asia, Medio Oriente e Stati Uniti. Una parte minoritaria di prodotto viene inviata in Sudamerica.

“È vero – dichiara Ermini a Corriere Ortofrutticolo – Vanguard è un fornitore globale, presente in numerose aree del mondo, ma non possiamo nascondere che il Nord America costituisce per il gruppo ancora un importante mercato di vendita. Da alcuni anni quest’area registra una domanda per i prodotti di importazione piuttosto stabile. Il principale driver che orienta il flusso dei traffici è il cambio euro/dollaro. Per la frutta di importazione le catene distributive, a partire da Wall-Mart, si rivolgono agli importatori specializzati, come Vanguard, e solo in alcuni casi gli acquisti vengono fatti direttamente”.

L’ufficio di Genova seleziona i fornitori privilegiando i rapporti di lungo termine. La costanza nella qualità del prodotto è ritenuto l’elemento discriminante. I prodotti italiani che arrivano negli Stati Uniti sono, nell’ordine, kiwi, mele e uva da tavola. Dall’Europa arrivano anche molti agrumi spagnoli, favoriti non solo dalla distanza.

“La differenza principale che rileviamo tra spagnoli e italiani – spiega Ermini – è che i primi sono più aggressivi a livello commerciale. In generale comunque la frutta di importazione arriva soprattutto dal Sud America, sia per motivi di vicinanza, sia perché l’offerta è più concentrata e meglio organizzata”.

“Discorso diverso è per il mercato asiatico”, continua Ermini. “La domanda sta crescendo, sia in termini di volume che di qualità. L’Asia è già il primo mercato di destinazione per il prodotto che acquistiamo dalla sede di Genova. I Paesi ad oggi più interessanti sono la Cina, dove Vanguard ha un ufficio vendite, Taiwan e l’India. Hong Kong continuerà a rivestire un ruolo chiave nel breve e medio termine come punto di accesso privilegiato al mercato cinese. I prodotti italiani più adatti per l’Asia sono i kiwi e le mele. Inviamo anche uva da tavola, susine e limoni. Non rileviamo in questo caso un miglior posizionamento degli spagnoli rispetto agli italiani. Le difficoltà per la frutta italiana sono principalmente di tre ordini. In primo luogo, il confronto con la frutta statunitense, che mediamente ha standard di qualità più elevati ed omogenei nel tempo, ma anche prezzi inferiori. In secondo luogo, la predisposizione da parte delle aziende italiane a servire quest’area in modo organizzato e programmato, con prodotti idonei a quel mercato. Infine, aspetto determinante, lo scarso supporto politico per superare le barriere fitosanitarie e doganali”.

“Ci aspettiamo – conclude Ermini – che nei prossimi anni l’Italia continuerà a mantenere la sua posizione predominante per i kiwi e le mele nel mercato globale. Non rileviamo una perdita di competitività dell’offerta italiana o un particolare trend in un verso o in un altro. Ogni campagna ha la sua storia. Le aziende italiane dovrebbero lavorare di più per promuovere l’“italian style” della frutta. Il Nord Africa è un importante bacino di produzione, ma va collocato nella sua giusta dimensione. Può andare a confrontarsi con il prodotto italiano solo per determinati articoli e in determinati periodi dell’anno. In uno scenario globale non costituisce una minaccia per l’Italia”.

Eugenio Felice

 

 

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