EMILIA ROMAGNA SEMPRE PIÙ REGINA DELLE NOCI: I NUOVI PIANI DI NEW FACTOR E LA SFIDA SUL DELTA DEL PO

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In occasione di un evento a Bologna (“Cibò. So good!”) Confagricoltura Emilia Romagna ha fatto il punto sulla filiera della frutta a guscio in regione dove le noci sono passate in un anno da 1.075 a 1.221 ettari coltivati (+13%), le nocciole salgono a 244 ettari (+165%) mentre le castagne e i marroni raggiungono i 2.334 ettari complessivi (+5,5%).

In forte crescita le filiere delle noci di Romagna e delle noci bio del Delta del Po, quelle delle castagne e dei marroni dell’Appennino. Emilia Romagna regione emergente dove si produce già il 33% delle noci italiane, in particolare la varietà Chandler la più pregiata. Tutto merito del progetto Noci di Romagna partito dall’azienda agricola San Martino di Forlì di Alessandro Annibali, dalla sua impresa di trasformazione New Factor, e dalla successiva alleanza con Agrintesa che porterà questa filiera a 500 ettari di superficie nel 2024. Negli ultimi anni poi è cresciuta un’altra filiera, quella delle noci bio del Delta del Po nel Ferrarese.

Riassume la sfida lo stesso Annibali, presidente della sezione frutta a guscio di Confagricoltura Emilia Romagna e amministratore delegato di New Factor: “L’Emilia-Romagna, grazie alla vocazione dei propri terreni, alle capacità e all’intraprendenza dei propri agricoltori e imprenditori, rappresenta l’area strategica di sviluppo della nocicoltura moderna. Tutto nasce più di 20 anni fa quando New Factor, azienda specializzata nella commercializzazione di frutta secca, ha dato il via come capofila, attraverso l’azienda agricola San Martino di Forlì e, dal 2018 insieme alla cooperativa faentina Agrintesa, al progetto di filiera In-Noce. Un sogno diventato realtà che oggi vede coinvolte 21 aziende e conta 500 ettari a noceto irriguo, intensivo e meccanizzato”. Annibali ha iniziato nel 1997 a piantare alberi di noce nella sua azienda agricola alle porte di Forlì e ora dice: “L’Emilia-Romagna protagonista nella coltivazione del noce (in particolare la varietà più apprezzata su scala mondiale: Chandler), mette a terra un progetto pilota che guarda alla trasformazione industriale del prodotto agricolo in barrette e snack salutistici, alla sua naturale esaltazione all’interno di una ampia gamma di specialità gastronomiche dolci e salate, dalle torte alle salse ai condimenti. In futuro – aggiunge il presidente della sezione frutta a guscio di Confagricoltura Emilia Romagna – si potrà fare lo stesso con le castagne, nocciole e mandorle coltivate in regione, per ridurre la dipendenza dalle importazioni estere e per dare un valore alla frutta secca del territorio puntando su una filiera corta, sostenibile e circolare”. Da uno studio condotto nell’areale emiliano-romagnolo si evince infatti che un ettaro di noceto evita l’emissione in atmosfera di 30 tonnellate circa di CO2 nell’arco dell’intero periodo vitale. Gli scarti della lavorazione servono per produrre energia pulita (biogas o biometano) e fertilizzanti oppure si riciclano in oggetti di design.

Claudia Guidi, famiglia di grandi agricoltori del Ferrarese, è socia fondatrice del Consorzio Noci del Delta del Po, attivo dal 2018: “L’idea di coltivare noci nel Delta del Po – dichiara l’imprenditrice – nasce dall’esigenza di diversificazione delle colture in un territorio come quello della provincia di Ferrara, da sempre legato a una tradizione frutticola soprattutto pericola: un comparto che nel corso degli ultimi anni ha però subito gravi contraccolpi causati dalla cimice asiatica, dalla maculatura bruna e dalle gelate. La scelta del Bio è dettata dalla voglia di soddisfare le richieste di quei consumatori che, oltre a ricercare prodotti nutraceutici e salutistici, vorrebbero anche delle certezze sul metodo di coltivazione. Biologico e convenzionale non sono due realtà antitetiche, ma due diverse possibilità di reddito per l’agricoltore che scegliendo il Bio sposta il focus dalle rese verso una maggior tutela ambientale e paesaggistica”.

“Nell’era della deglobalizzazione e in ragione delle tensioni geopolitiche in atto – spiega il presidente regionale di Confagricoltura, Marcello Bonvicini – occorre diversificare le produzioni, investire in filiere orientate al mercato capaci di leggere le nuove tendenze alimentari legate alla salute e al benessere. L’Emilia-Romagna è regione leader per numero di eccellenze DOP e IGP, domani lo sarà anche per la frutta a guscio”.

A suggellare il patto tra la noce emiliano-romagnola e le tradizioni dolciarie ci ha pensato il maestro Francesco Elmi della pasticceria Regina di Quadri di Bologna, affiancato dalla giovane pastry chef Arianna Trentini, esibendosi in un dinamico cooking show con assaggi e aperitivi a base di cocktail al nocino. (l.frass.)

 

Nella foto, da sinistra, Alessandro Annibali, Arianna Trentini, il maestro Francesco Elmi (pasticceria Regina di quadri, Bologna), Claudia Guidi

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