L’Emilia Romagna torna sott’acqua: è allerta rossa per il maltempo, che sta provocando moltissimi danni a causa del ciclone Boris, che, dopo essersi abbattuto sull’Europa centro-orientale, ha colpito molte zone emiliano-romagnole, comprese le aree ortofrutticole. La regione è flagellata da fiumi esondati, smottamenti e piogge torrenziali che non stanno dando tregua da un paio di giorni. Tra i paesi più colpiti Modigliana, nella provincia di Forlì-Cesena, dove fa paura la piena del torrente Tramazzo, mentre il fiume Senio è esondato a Castel Bolognese (Ravenna), il Marzeno ha invaso Faenza, allagata anche dal Lamone. Situazione critica anche nel Bolognese. Sono oltre mille le persone sfollate in tutta l’Emilia Romagna.
A farne le spese ovviamente sarà anche l’agricoltura e l’ortofrutta in particolare. E non possono non tornare alla mente le drammatiche conseguenze dell’alluvione del maggio dello scorso anno, con il settore ortofrutticolo letteralmente devastato, con molte imprese che ancora attendono i risarcimenti degli ingentissimi danni subiti.Il settore ortofrutticolo intanto trema sperando di non ritrovarsi nella situazione dello scorso anno.
Minguzzi: “Perdite sulle drupacee tardive”
Per Giancarlo Minguzzi, presidente di Fruitimprese Emilia Romagna, presto per effettuare le stime dei danni. Tuttavia “ci saranno perdite sulle ultime produzioni tardive di drupacee, così come sul raccolto finale di pere Abate. Anche per le mele Fuji potremmo riscontrare dei problemi. Ma è ancora presto per fare calcoli. Di certo anche i pomodori rimasti sulle piante saranno da scartare. Servirà ancora qualche giorno per effettuare stime più precise. Tuttavia il periodo in cui è avvenuta quest’ultima alluvione è meno critico rispetto a quella del maggio 2023 dal punto di vista produttivo. Ma ora bisogna sperare che il maltempo ci dia una tregua”.
“Situazione drammatica in certe aree colpite”
Anche le associazioni di categoria non nascondono la loro preoccupazione su quanto sta accadendo in queste ore.
A Coldiretti Emilia Romagna sul fortissimo maltempo che sta provocando enormi disagi in territori già duramente colpiti dall’alluvione del 2023, sono già stati segnalati molti ettari di seminativi e frutteti allagati e diverse strade collinari interrotte per frane.
A causa delle piogge incessanti degli ultimi tre giorni che hanno causato numerose esondazioni e rotture di argini in regione, ci sono aziende isolate dalle frane in collina e poderi sommersi in pianura fra la Romagna e la provincia di Bologna.
A Ravenna frutteti sottacqua nel lughese e nel faentino, dove il Lamone è tracimato a Borgo, Russi e Bagnacavallo, mentre il Senio ha rotto gli argini a Cotignola. Allagamenti anche a Castel Bolognese.
Nel forlivese, il centro storico di Modigliana è stato invaso dalle acque, mentre a Castrocaro Terme si segnala la rottura dell’argine. In via precauzionale si sta procedendo all’evacuazione delle case limitrofe.
Per quanto riguarda la provincia di Bologna, nella zona di Imola il Sillaro ha rotto gli argini nello stesso punto del 2023 inondando di nuovo la zona dei Sassatelli.
Nella zona di Budrio si segnala la rottura dell’argine del fiume Idice nella zona di Vedrana, all’altezza del Ponte della Motta. Allagata anche Selva Malvezzi, nel Comune di Molinella.
“Coldiretti Emilia Romagna – ha detto il Direttore regionale di Coldiretti, Marco Allaria Olivieri – mantiene costante il monitoraggio della situazione e una prima conta dei danni verrà attivata appena le condizioni lo consentiranno”.
Nel bolognese campi sommersi, rischio frane e smottamenti
Anche nel Bolognese la situazione è molto delicata.
I tecnici di Confagricoltura Bologna sono in contatto con gli agricoltori associati per analizzare la situazione delle coltivazioni colpite dall’ondata di maltempo che ha investito l’intero territorio emiliano romagnolo nelle ultime ore.
“La situazione è in continua evoluzione, ma l’allerta rossa emessa dalla Regione Emilia-Romagna e dalla Protezione Civile, valida fino alla mezzanotte del 20 settembre, non ci lascia tranquilli” dichiara il presidente Davide Venturi (nella foto). “Oltre ai campi sommersi, che rimarranno allagati per giorni anche dopo la fine del maltempo, c’è il rischio di frane e smottamenti nelle zone collinari e montuose. Ancora una volta, il cambiamento climatico arreca danni significativi all’agricoltura. Ora non possiamo che sperare in una tregua dalla pioggia, almeno in termini di intensità, nelle prossime ore”.
Numerose sono le produzioni che hanno subito danni e che continueranno a soffrire a causa delle intense piogge sull’area metropolitana bolognese.
“Le colture di soia, pomodoro e bietola saranno probabilmente le più penalizzate” analizza Venturi. “La soia, che per il 90% è ancora da raccogliere, rischia di vedere una drastica riduzione della produzione a causa di piogge e allagamenti. Il pomodoro, già provato da una stagione sfavorevole a causa del caldo eccessivo che ne ha compromesso la resa, non potrà essere raccolto per diversi giorni a causa del terreno impraticabile, compromettendo così la parte finale della campagna. Questo influirà negativamente anche sulla qualità del raccolto. Le bietole ancora in campo subiranno un calo della polarizzazione con un impatto diretto sulla qualità e sui ricavi dei produttori”.
La pioggia è destinata a influire negativamente anche sulle lavorazioni del terreno in vista delle prossime semine, che potrebbero essere posticipate. Anche la vendemmia è ostacolata dal maltempo ma appena ci saranno le condizioni è pronta a ripartire.
Per quanto riguarda la frutta, “ci saranno probabilmente danni alla susina tardiva di varietà Angeleno” afferma Piergiorgio Lenzarini, presidente della Sezione Ortofrutta di Confagricoltura Bologna, “che nei prossimi giorni potrebbe sviluppare parti marce a causa dell’eccessiva umidità. Una situazione simile potrebbe verificarsi anche per le pesche tardive ancora da raccogliere, mentre non ci sono particolari problemi per le pere Abate, in gran parte già raccolte, e per i kiwi“.
Emanuele Zanini
emanuele.zanini@corriereortofrutticolo.it