EMILIA ROMAGNA: LA PLV FRUTTICOLA CROLLA DEL 22%, ORTAGGI A -11%

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Per il secondo anno consecutivo l’agricoltura dell’Emilia Romagna non riesce a trasformare la sua capacità produttiva in reddito per le aziende. Complessivamente, la produzione lorda vendibile (Plv) delle campagne dellla regione è cresciuta di circa il 3% passando dai 4.205 milioni di euro del 2010 ai 4.332 milioni del 2011, crescita non seguita dal reddito delle aziende, che è in sofferenza.

Il dato è di Coldiretti Emilia Romagna, secondo cui la crescita della Plv, dovuta in generale ad un aumento di produzione, non ha significato una crescita del bilancio delle aziende, che hanno dovuto far fronte a una diminuzione generalizzata dei prezzi all’origine dei prodotti e a forti aumenti dei costi di produzione.

A trainare la crescita della Plv, secondo i dati Coldiretti, sono stati i cereali, il vino e la zootecnica. Benché la Plv sia in calo, qualche soddisfazione è arrivata anche per i produttori nel settore delle colture industriali, con risultati a macchia di leopardo sul territorio regionale.

Il vero tallone di Achille dell’agricoltura regionale – rileva Coldiretti – è stato quest’anno quello che un tempo ne era il settore di punta: l’ortofrutta. Ad aumenti di produzione generalizzati per pesche, nettarine, mele, pere, per citare solo alcune delle produzioni maggiori, ha fatto riscontro un crollo dei prezzi al di sotto dei costi di produzione. In molti casi il prezzo spuntato sul mercato ha a malapena ripagato i costi di raccolta, senza riuscire a coprire tutti gli altri costi di produzione.

L’ortofrutta costituisce una produzione ad alta specializzazione, ad alto valore aggiunto e ad alta occupazione. Colpisce perciò il fatto – commenta Coldirett i- che con il prezzo di un pacchetto di sigarette si possano pagare al consumo due-tre chili di frutta, ben sapendo il diverso impatto in termini di salute e quindi di costi sociali dei due prodotti. I dati produttivi 2011 evidenziano un crollo della Plv frutticola del 22% (da 709 a 554 milioni di euro), con forti aumenti produttivi per mele (+13,9%), pere (+23,6%) nettarine (+15%), kiwi (+75%).

Appena più contenuto il calo del valore degli ortaggi che è diminuito dell’11%, passando da 467,2 a 415,8 milioni di euro. I risultati produttivi evidenziano un aumento dei meloni (+21,8%) della cipolla (+12,9%), dei fagiolini (+9,1%) e delle patate (+2,3%); in calo le fragole (-13,4%) e le zucchine (-12%).

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