EATALY TORNA A “TIRARE”: NUOVE APERTURE IN NORD AMERICA E A ROMA

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Un anno dopo è tempo di tirare le somme. Andrea Cipolloni (nella foto), Ceo di Eataly, traccia un bilancio di questi primi 365 giorni della nuova avventura al Corriere della Sera.

Andrea Bonomi

Il gruppo, guidato da Andrea Bonomi, ha investito oltre 200 milioni di euro nel progetto di Oscar Farinetti e ha voluto al suo fianco proprio Cipolloni, ex di Autogrill Europa e Italia per accompagnarlo nel rilancio di Eataly. Con lui sono arrivati Luca Sabadin, nuovo responsabile finanziario del gruppo (Cfo) e Gabriele Belsito, nuovo direttore delle risorse umane. Mentre Tommaso Brusò diventerà il nuovo Ceo per il Nord America, dove ha lavorato per circa 15 anni come Ceo Usa prima di Fedon, poi di Furla e di Diesel.

Nord America strategico

Ed è proprio al mercato Oltreoceano che guarda Cipolloni, come racconta al Corriere: “Stati Uniti e Canada sono il nostro faro: qui abbiamo dato un’importante accelerazione allo sviluppo di Eataly e contiamo di aprire una ventina di nuovi punti vendita nei prossimi 4/5 anni, raddoppiando il numero dei negozi dagli attuali undici, inclusi il secondo store di Toronto che inaugureremo a novembre e il terzo a Manhattan”. Tra le nuove aperture è previsto lo sbarco a Filadefia e a Miami, con due negozi. Obiettivo chiaro: raddoppiare il fatturato americano, che già oggi vale circa 470 milioni di euro sui circa 675 milioni di ricavi totali stimati per il gruppo a fine 2023, in aumento del 12% rispetto ai 602 milioni del 2022 (502 milioni nel 2019). Conti alla mano, il 2023 non dovrebbe chiudere con il segno meno.

L’Italia vale 160 milioni di euro su 675 totali

L’Italia, dove il gruppo controlla 12 negozi diretti, vale circa 160 milioni. “L’apertura in franchising a Fiumicino è diventata un punto di riferimento per l’aeroporto. Ed entro due mesi Eataly entrerà a Roma Termini, con uno spazio di 700 metri quadrati – dice Cipolloni sempre al Corriere, come riportato anche da Cronache di Gusto – Riceviamo molte richieste, ma non prevediamo l’apertura di nuovi megastore. Però stiamo attenti e valuteremo le opportunità”. Idem in Europa, dove Eataly è presente a Londra, Parigi, Monaco e Stoccolma, ma prepara il debutto a Bruxelles e a Dresda. La strategia, dunque, non è quella di aprire nuovi negozi, ma di rinnovare quelli esistenti. Il primo sarà quello di Milano. “Non siamo né un supermercato, né un ristorante: Eataly è un mondo unico. Ma dobbiamo comunicarlo meglio e far vedere quello che facciamo – spiega Cipolloni – Facciamo il pane tutti i giorni, partendo dal lievito madre, 8 mila chili a settimana, solo nel negozio di Milano abbiamo più di 20 panettieri. I nostri corsi per imparare a fare il pane in casa hanno avuto grande successo tra i clienti”.

L’importanza del brand: “Il marchio Eataly mai sfruttato appieno”

Poi l’importanza del brand. “Il marchio Eataly non è mai stato sfruttato appieno – prosegue il Ceo – Il nostro progetto è di usare il brand per prodotti artigianali, esclusivi, con ingredienti solo italiani”. Il primo? Panettoni e pandori, fatti artigianalmente in Piemonte, per il prossimo Natale. Contiamo di vendere 50 mila pezzi. Poi toccherà alla pasta a marchio Eataly, che il gruppo produrrà in casa a Gragnano, dove gia possiede il brand Afeltra”. L’azienda sta lavorando anche su caffè e sul cioccolato. L’altra sfida è a Oriente. E questa è materia di Nicola Farinetti, il figlio di Oscar che da Ceo è diventato presidente del gruppo dopo il passaggio di proprietà. “Mi sta aiutando e stiamo lavorando molto bene insieme, valutando se e quando sbarcare in Cina, essendo Eataly già in Giappone e Corea del Sud”, conclude Cipolloni.

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