DRUPACEE, ALBICOCCHE E SUSINE PREFERITE A PESCHE E NETTARINE. GIANCARLO MINGUZZI: “CAMBIAMENTO STRUTTURALE”

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La stagione di drupacee in Italia è alle battute conclusive. per cercare di fare luce su un comparto ormai dichiaratamente in difficoltà, il Corriere Ortofrutticolo ha fatto il punto con Giancarlo Minguzzi (nella foto), presidente della Op Minguzzi di Alfonsine (Ravenna) e numero uno di Fruitimprese Emilia Romagna.

 

Presidente se le chiedessi un giudizio generale sull’andamento della stagione 2015 di drupacee come mi risponderebbe?

“Quest’anno la produzione italiana ha registrato una contrazione dei volumi nell’intorno del 10% rispetto ai numeri record dello scorso anno. I cali maggiori si sono verificati per albicocche e susine ma in generale tutto il comparto ha subito una flessione. La qualità invece è stata superiore soprattutto per le due categorie di prodotto appena citate. Circa la domanda, un po’ altalenante nonostante le ottime condizioni meteorologiche, credo si debba fare una riflessione un po’ più approfondita, perché si è di fronte ad un vero e proprio cambiamento strutturale. Il consumatore già da anni sta mostrando una minor propensione all’acquisto di pesche e nettarine in favore di albicocche e susine. Il motivo è da ricondursi alla fruibilità dei prodotti, che vengono preferiti per la loro praticità, oltre che per la coerenza qualitativa proposta nel corso della stagione. Un risultato ottenuto in questo caso grazie all’ottimo lavoro svolto in termini di rinnovo varietale e di adeguamento degli impianti di produzione. La stessa cosa dovrebbe essere fatta per pesche e nettarine. In futuro sono certo che la domanda di drupacee resterà sugli stessi livelli attuali ma varieranno le categorie di prodotto richieste. Inevitabilmente l’offerta dovrà adeguarsi proponendo al mercato pesche e nettarine solo di ottima qualità, buone albicocche e susine, in linea con i parametri attuali, e buone percoche. Insomma per la sopravvivenza del settore sarà necessario aggiustare il tiro e ricomporre il paniere”.

Dunque constata un problema di qualità dell’offerta per pesche e nettarine?

“In Romagna, da dove provengo, la qualità di pesche e nettarine è costantemente elevata nell’arco della stagione (qualità garantita anche dal marchio IGP, ndr) ma non posso affermare che la situazione sia la stessa in tutta Italia. Lungo la dorsale adriatica la qualità proposta è buona ma in altre regioni non si riescono a raggiungere standard qualitativi altrettanto elevati: bisognerebbe dunque cercare di redigere un calendario produttivo basato sull’entrata in produzione delle aree maggiormente vocate evitando sovrapposizioni dell’offerta”.

Un commento sull’andamento dei prezzi?

Dal 15 agosto i prezzi sono leggermente in ripresa. Dopo una buona partenza, per pesche e nettarine si è registrata una flessione: dalla metà di giugno alla metà di agosto i prezzi alla produzione sono stati inferiori ai costi di produzione, ben al di sotto di 40 centesimi al chilogrammo. Ad oggi si spera che tale trend continui anche se non ci si aspettano grosse sorprese data anche l’entrata sul mercato di frutta più tipicamente settembrina. Per albicocche e susine invece i prezzi si sono mantenuti sostanzialmente buoni per tutta la campagna”.

In ultimo un aggiornamento sull’accordo di collaborazione tra la regione Emilia Romagna e la spagnola Catalogna per il miglioramento delle rispettive produzioni ortofrutticole.

“Al momento sono in corso scambi concreti tra le due regioni e le varie Istituzioni. Si stanno vagliando diverse possibilità, soprattutto in funzione della fattibilità produttiva. Per le pesche piatte, ad esempio, di cui gli spagnoli sono leader indiscussi, bisogna valutare i risultati agronomici effettivamente ottenibili nel nostro territorio”.

Chiara Brandi

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