DOSSIER SU PESTICIDI, AGROFARMA: “ITALIA CAMPIONE DI SICUREZZA”. COLDIRETTI: “ALLARME 22 VOLTE PIÙ ALTO IN CIBI EXTRA UE”

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In occasione della pubblicazione da parte di Legambiente del dossier “Stop pesticidi 2017” (leggi news), Agrofarma – Associazione nazionale imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica – evidenzia come anche questo rapporto confermi gli alti standard qualitativi dei prodotti italiani, frutto di un sistema di limiti e controlli estremamente stringenti ed efficaci che garantiscono il più alto livello mondiale di sicurezza per i consumatori.

Solo l’1,2% dei campioni analizzati, infatti, è risultato irregolare, contro una media europea che si attesta attorno al 2,9% (rapporto EFSA 2016). Lo stesso Ministero della Salute italiano, nel suo ultimo rapporto ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari (anno 2016), riporta un dato estremamente positivo, rilevando solo lo 0,3% di campioni irregolari su quasi 9000 analizzati.

Per quanto riguarda l’allarme lanciato da Legambiente in merito alla presenza di residui multipli, Agrofarma ricorda che non esiste alcuna evidenza scientifica rispetto a un effetto negativo sulla salute derivato dalla presenza, sotto la soglia di sicurezza, di residui di più sostanze negli alimenti. Tuttavia l’Associazione, consapevole della preoccupazione generata su questo tema, ricorda che la stessa EFSA sta lavorando all’implementazione di una metodologia per valutare scientificamente i possibili rischi da esposizione a più sostanze chimiche, anche attraverso l’istituzione di specifici tavoli di lavoro composti da istituzioni, enti di consulenza scientifica e cittadini (progetto MixTox).

I dati ufficiali confermano di anno in anno l’Italia come eccellenza nel settore agroalimentare non soltanto per quanto riguarda la varietà e la qualità dei suoi prodotti, ma anche per i minimi livelli di residui riscontrati. Agrofarma coglie l’occasione per ricordare l’impegno di tutto il comparto e delle autorità preposte nel garantire questi massimi standard di sicurezza, quanto per i nostri agricoltori e per chi opera nel settore, che a fronte delle molteplici difficoltà continuano a lavorare con passione e perizia per offrirci prodotti di qualità impareggiabile.

 

COLDIRETTI – ALLARME AUMENTA 22 VOLTE IN CIBI EXTRA UE

I prodotti alimentari italiani sono quasi ventidue volte più sicuri di quelli extracomunitari per quanto riguarda il contenuto in residui chimici. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’allarme di Legambiente sui pesticidi, sulla base dell’ultima relazione dell’Autorità per la sicurezza alimentare (Efsa) dalla quale si evidenzia che il 6,5% per i campioni provenienti da paesi extracomunitari, conteneva residui superiori ai limiti di legge, soprattutto per la presenza di tracce di pesticidi non approvati nell’Ue. Al contrario secondo il “National summary reports on pesticide residue” pubblicato dall’Efsa appena lo 0,3% dei prodotti Made in Italy, – sottolinea la Coldiretti – contiene residui chimici oltre il limite mentre la percentuale sale all’1,6 per cento per i prodotti di origine comunitaria. L’invasione di prodotti alimentari provenienti dall’estero aumenta dunque il rischio per i consumatori come dimostra “la classifica dei cibi più pericolosi” elaborata dalla Coldiretti sulla base del Rapporto del Ministero della Salute sui sistema di allerta europeo che per quanto riguarda i pesticidi vede in testa per pericolosità le spezie dall’India come il peperoncino fichi secchi e peperoni, dalla Turchia ma anche la frutta e verdura dall’Egitto come olive e fragole e i broccoli ed i funghi dalla Cina. Paesi – precisa la Coldiretti – dai quali arrivano spesso cibi diventati di gran moda  in Italia come ad esempio la curcuma originaria dell’India o le bacche di goji, i fagioli azuchi e lo zenzero che sono in gran parte di provenienza cinese. Al contrario l’agricoltura italiana – conclude la Coldiretti – è la più green d’Europa con 288 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) e 415 vini Doc/Docg, il divieto all’utilizzo degli Ogm e il maggior numero di  operativi biologici circa 60mila con quasi 1,5 milioni di ettari coltivati o in conversione.

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