DOPO IL RINVIO DI FRUIT GOURMET, GLI OPERATORI VENETI: “SERVE UNA FIERA UNICA”

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Fa discutere la sospensione della prima edizione di Fruit Gourmet Expo, la rassegna dedicata al mondo dell’ortofrutta e in particolare al "gusto come guida del mercato in un’ottica del rilancio dei consumi", in programma a Verona dal 5 al 7 maggio, posticipata invece al 2016, secondo una decisione comunicata ufficialmente il 20 marzo (leggi news).

 

Una “prima vittima” nella guerra delle fiere (come l’ha definita il direttore del Corriere Ortofrutticolo Lorenzo Frassoldati, leggi news), che ha generato commenti e riflessioni su un comparto così in fermento, che vedrà in scena dal 20 al 22 maggio Fruit Innovation a Milano in concomitanza con Expo, e Macfrut a Rimini dal 23 al 25 settembre.

Tra gli operatori, veneti e veronesi in particolare, ci sono punti di vista diversi: a qualcuno rimane un po’ di amaro in bocca per la decisione di rimandare tutto di un anno, per qualcun altro il rinvio potrebbe invece essere l’occasione per rilanciare al meglio la rassegna. Ma il minimo comune denominatore rimane che tre fiere per il settore ortofrutticolo italiano rimangono troppe. Serve fare sintesi e avere un unico evento. Stefano Pezzo (nella foto a fianco), presidente di Fruit Imprese Veneto, ammette: “Dispiace. Fruit Gourmet forse andava strutturata diversamente, in quanto il target “gourmet” poco si sposa con il concetto globale di ortofrutta. Affiancare la fiera con gli argomenti proposti era un po’ limitante”, spiega Pezzo. “Credo che per avere successo una rassegna di questo tipo debba comunque puntare sulla presenza, oltre che degli espositori italiani e non, anche e soprattutto di importatori, esportatori e catene della grande distribuzione provenienti dall’estero, e rilanciare i consumi. Altrimenti si rischia il flop”. Per l’imprenditore veronese ad ogni modo tre manifestazioni fieristiche rimangono troppe: “per gli operatori dover ‘gestire’ tre fiere ha creato un certo imbarazzo. Serve una fiera unica, condivisa, su cui anche la politica abbia un peso determinante”.

E così la pensa anche Cesare Bellò di Opo Veneto: "Serve un unico evento fieristico italiano".

Su quest’ultimo concetto è d’accordo anche Marco Marrapese (nella foto a fianco), del cda di Veronamercato e coordinatore della rete Veronamercato Network, che però aggiunge: “Forse un anno di stand by può essere utile alla fiera di Verona per preparare un evento migliore. Forse però si dovrebbe far passare il concetto che Fruit Gourmet sia più un evento che una fiera, non per sminuirla ma per renderlo come un appuntamento a se stante, unico, al cui centro mettere l’eccellenza ortofrutticola”.

Anche per Fausto Bertaiola, presidente della OP Consorzio Ortofrutticolo Padano e di Confcooperative Verona, “è auspicabile che il sistema fieristico italiano faccia sintesi. Credo che Verona abbia fatto bene a prendersi un anno di tempo. Mesi fa avevamo espresso qualche perplessità sulle tempistiche dell’organizzazione di un evento per il quale c’era forse troppo poco tempo a disposizione. Per l’anno prossimo credo che Fruit Gourmet Expo, grazie all’esperienza internazionale della Fiera di Verona, possa avere delle chance. L’auspicio comunque è che ci sia una fiera unica e forte”.

Questi gli auspici ma poi, come sempre, è il mercato, la legge della domanda e dell’offerta, a fare la differenza, soprattutto se la politica rinuncia alla sintesi che le competerebbe. (e.z.)

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