DIETRO IL BLUFF DELLA “SPECULAZIONE” SUI PREZZI. IL VERO PROBLEMA SONO I MAGGIORI COSTI CHE GRAVANO SULLE IMPRESE

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Confagricoltura ha accolto con piacere l’invito del Garante dei prezzi Benedetto Mineo alla riunione della Commissione di allerta sui rincari dei prezzi dei prodotti ortofrutticoli anche alla luce delle recenti calamità naturali.

Ora è indubbio che le quotazioni all’origine ed al consumo degli ortofrutticoli, come d’altronde tutti i prezzi, siano in aumento da ormai alcuni mesi. Con dinamiche ed effetti anche differenziate tra prodotti. Per trarre delle conclusioni in merito vanno tenute presenti alcune considerazioni:
1– la congiuntura del comparto è in una fase particolarmente complessa. Sono almeno due gli elementi che influenzano le quotazioni dei prodotti agricoli in generale e di quelli ortofrutticoli: in primo luogo l’aumento dei costi e poi, anche in prospettiva, l’accavallamento di calamità naturali culminate con la drammatica alluvione in Emilia Romagna, Marche  e Toscana che si è sommata ad altri fenomeni estremi, come ad esempio gli effetti della precedente siccità e delle gelate
2- l’aumento dei prezzi che registriamo è quindi costituito da un’inflazione primariamente da costi e, probabilmente, anche influenzata da un calo delle produzioni determinata dalle avversità, che potrebbero avere in prospettiva anche un effetto di contenimento del potenziale produttivo che comunque rimane per l’Italia rilevante; il nostro Paese è e rimane un Paese leader dell’ortofrutta a livello europeo e mondiale .
3-Questa dinamica delle quotazioni preoccupa Confagricoltura per gli effetti nocivi dell’inflazione che peraltro potrebbe avere un effetto aggiuntivo determinante comprimendo i consumi già in calo strutturale da tempo.
4-In questo scenario va considerato che gli agricoltori sono riusciti solo in parte a trasferire a valle della filiera le loro difficoltà sul fronte dei maggiori costi, aumentando solo relativamente i prezzi all’origine, anche per la debolezza strutturale delle imprese agricole nella filiera. Infatti su base tendenziale a maggio (ultimi dati disponibili) i prezzi all’origine di frutta ed ortaggi sono sì aumentati ma meno di quanto siano aumentati i prezzi dei mezzi di produzione (in particolare per fertilizzanti e prodotti energetici) e meno ancora di quanto siano aumentati i prezzi al consumo (v. tabella).
5-Va segnalato altresì che a giugno i picchi registrati per alcuni specifici prodotti (albicocche e ciliegie in particolare) a maggio, hanno registrato un calo che evidenzia una chiara tendenza al “raffreddamento” dei prezzi all’origine.

In conclusione, quindi, l’andamento delle quotazioni riflette i “fondamentali” di mercato, evidenziando come i rincari al consumo siano solo limitatamente imputabili comunque alle imprese agricole che non facilmente riescono a fronteggiare l’aumento dei costi ed a consolidare il proprio posizionamento nella filiera. Questo mentre rimangono esposte agli effetti negativi delle avversità climatiche sempre più frequenti e dannose, sempre più difficili da contrastare e potenzialmente in grado di squilibrare il mercato, anche in prospettiva, aumentando l’aleatorietà dei processi produttivi.

E’ probabile che la risultante dei rincari dipenda essenzialmente da questo e che quindi l’effetto complessivo sia determinato da un generalizzato aumento dei costi che, se si “raffredderanno”, potrebbero indurre una flessione in controtendenza come si è già evidenziato per alcuni prodotti a giugno. Magari favorendo anche una ripresa dei consumi, visto che l’inflazione alimentare guida le aspettative dei consumi delle famiglie.
Da discutere invece il presunto effetto di manovre “speculative” sui mercati che alcuni denunciano: i consumatori sono vittime di rincari del tutto ingiustificati e magari previsti artatamente da chi detiene posizioni dominanti sul mercato? Davvero difficile sostenerlo; soprattutto questo andrebbe dimostrato e denunciato alle autorità preposte.
Intanto tentiamo di ridurre le inefficienze della filiera e l’impatto dei maggiori costi. Una filiera più efficiente e competitiva è sicuramente in grado di limitare certi contraccolpi sui prezzi che condizionano negativamente il mercato.

Vincenzo Lenucci

Responsabile Centro studi Confagricoltura; direttore Politiche di sviluppo economico delle filiere agroalimentari

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