DI PASQUALE: COSTI ALLE STELLE, MA PER L’UVA CON SEMI C’E’ ANCORA SPAZIO

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Dal 1970 l’azienda agricola Angelo Di Pasquale prosegue sul solco di tradizione e innovazione mettendo insieme la sapienza contadina e i più moderni metodi e sistemi di coltivazione, sulle colline di Delia, in provincia di Caltanissetta. Da questa filosofia è nato Donnalia, il brand che coniuga questi intenti, alla ricerca dei sapori più antichi.

Tra i prodotti dell’azienda agricola spicca l’uva di Canicattì IGP, immessa sul mercato con l’obiettivo di offrire un prodotto che sia ritenuto “capolavoro dell’agricoltura italiana”, come si legge sul sito della Di Pasquale. Ed è proprio così, a sentire Vincenzo Di Pasquale (nella foto di apertura)responsabile commerciale dell’azienda e vicepresidente del Consorzio mentre racconta che “grazie ad un fitto scambio con la GDO, l’uva Italia con semi, che è quella più prodotta nell’areale di Canicattì, si conferma molto apprezzata dai consumatori”. Soprattutto quelli non giovanissimi che però, oggi come non mai, pretendono sia davvero “di ottima qualità”.

La varietà si coniuga perfettamente con il territorio caratterizzato da proprietà calcaree che hanno determinato nel tempo le caratteristiche organolettiche del frutto, la cui maturazione inizia dal mese di agosto e si conclude nel mese di dicembre. “Siamo ancora legati a questa uva anche perché pensiamo che rimarrà forse una nicchia sul mercato – fa sapere Di Pasquale – la GDO ce lo conferma: ci riferisce che l’uva da tavola con i semi non scomparirà a patto che sia di grande qualità”.

Il consumatore, insomma, è disposto ad acquistare un’uva con semi solo a queste condizioni, che l’azienda agricola siciliana riesce a garantire. “Inizieremo con le raccolte dell’uva Italia subito dopo Ferragosto, ci stiamo specializzando con l’IGP”, riferisce ancora.

Difficile ancora oggi fare previsioni attendibili sulla raccolta, anche in relazione al grande caldo che si protrae da settimane: “Per adesso siamo ancora in una situazione tranquilla, ma se resteranno a lungo queste temperature o se addirittura supereranno i 40 gradi, qualche problema nella qualità si potrebbe riscontrare, anche se è difficile prevedere l’evoluzione del prodotto con largo anticipo”, aggiunge Di Pasquale.

Al momento, tuttavia, è “tutto sotto controllo”: “Grazie ai nostri invasi riusciamo a soddisfare con l’irrigazione il fabbisogno di acqua”. Ma su un punto si sofferma l’imprenditore: “I costi aumentati sono il vero problema di quest’anno”, scandisce Di Pasquale: “Trasporti, imballaggi, manodopera, concimi, fertilizzanti; tutto è aumentato, e quindi ci auguriamo che questo fatto sia riconosciuto dal consumatore finale e che possa comprendere il rialzo dei costi anche sugli scaffali”.

Parlando di numeri per la raccolta, l’imprenditore prevede le stesse rese dello scorso anno, ovvero 250/300 quintali per ettaro.

Chiara Affronte

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