La spesa alimentare sembrava un tabù. Gli Italiani tagliavano su tutto tranne che sugli alimenti. Poi sono giunti i risparmi facendo la spesa ai discount, spesso a discapito della qualità; quindi i tagli sempre più consistenti su qualità e quantità del cibo e, addirittura a marzo (rispetto allo stesso mese 2013) le vendite al dettaglio di prodotti alimentari hanno segnato un calo di ben il 6,8%, a fronte dei non alimentari che diminuiscono dell’1,5%.
Lo sottolinea Confagricoltura commentando i dati Istat del commercio a dettaglio a marzo. A marzo – osserva Confagricoltura – c’è stato un calo generalizzato delle vendite al dettaglio che ha colpito anche i discount di alimentari (che nei mesi scorsi erano gli unici a registrare aumenti), i quali hanno riportato -1,5% a marzo 2014 su marzo 2013 (ma si sono attestati a +1,2%, se si analizzano i dati del primo trimestre). Certo si spreca di meno, la spesa è più oculata, ma si fanno anche molte rinunce. Una situazione che – conclude Confagricoltura – si riflette sulla filiera agroalimentare e sulle imprese agricole (prezzi all’origine -3,7% ad aprile, secondo i dati odierni di Ismea) che sempre più puntano sull’esportazione.