DELIVERY ULTRA VELOCE, IL BOOM DI MACAI: CERCA NUOVI FORNITORI

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Con un investimento iniziale da 3 milioni di dollari, un fondo di investimento della Silicon Valley (Plug and Play ventures) per la prima volta finanzia una start up italiana.

Si chiama Macai ed è una app dietro la quale si è sviluppata in circa 17 settimane dall’avvio del progetto, una rete di dark store con il sistema di ordini online (tramite l’app omonima) e consegna sul territorio nel raggio di 3,5 km, entro mezz’ora dalla richiesta, tramite rider. La sua ventata innovativa è la configurazione di un nuovo modello di distribuzione denominato ‘Q-commerce’, quick commerce (commercio veloce).

Ci sono già otto dark store Macai in cinque città del nord Italia, l’ultimo ha aperto a Bologna un mese fa. In pratica, portano la spesa a casa con una ricca offerta di prodotti ortofrutticoli, anche Bio, di prima, IV, V Gamma e surgelati collaborando con le principali aziende regionali in un ottica local. Il progetto è in fase di sviluppo ed entro l’anno sono previste nuove aperture anche in altre città per poi puntare all’estero a partire dal 2023.

“Il Q-commerce space – spiega Giovanni Cavallo, founder della società – è un network di magazzini urbani dove ci sono prodotti food e non food. Attualmente i costi della logistica per l’approvvigionamento dei prodotti dei dark store sono a carico dei fornitori, ma nei piani di Macai c’è anche quello di sviluppare, nel medio termine, delle piattaforme regionali, degli hub logistici, da cui smistare la merce sul territorio. È un modo di innovare il concetto di supply chain per alzare la marginalità. Stiamo pensando anche allo sviluppo di una blockchain ed una marca del distributore Macai”.

In sole 17 settimane, il volume d’affari dell’azienda è volato da zero ad alcuni milioni di euro con margini per i produttori che riforniscono gli store intorno al 30%. Non è un caso che alla partita (ancora aperta) dello scouting dei fornitori, partecipino già alcuni dei più grossi produttori di IV Gamma.

Giovanni Cavallo

“Abbiamo aperto l’ultimo negozio a Bologna, un mese fa, nei pressi di porta Saffi – specifica Cavallo -. Lavoriamo sia con rider in bicicletta, sia con una flotta di bici elettriche e ne stiamo progettando una terza con motorini elettrici. Serviamo le città nel raggio di 3,5 km con consegne entro la mezz’ora. Gli ordini si possono fare direttamente dall’App. La logica, comunque è quella di dare al consumatore il tempo di creare un carrello il più completo possibile”.

Cavallo non è un neofita del mondo dell’ecommerce dal momento che è stato sempre lui a fondare l’App ‘My menu’ poi venduta a gruppo Pellegrini. “Quell’app aveva un sistema di delivery completamente diverso – ci spiega – che si basava sulla logistica dell’ultimo miglio, era una realtà di food tech e food delivery. L’idea di Macai, per contro, è nata a marzo 2020, durante il primo lockdown, quando mi sono trovato, come tanti altri milioni di italiani, in coda per un’ora fuori dal supermercato aspettando di entrare per fare la spesa, stante l’allora impossibilità oggettiva di ordinare online perché il settore non era ancora abbastanza sviluppato per evadere tutti gli ordini. Così ho fatto una ricerca di mercato ed ho avviato il mio progetto, sperando di cavalcare l’onda di questo gap distributivo”.

Secondo l’analisi di mercato del manager, nel mercato dell’ecommerce l’Italia rappresenta il 10% del totale europeo collocandosi al quarto posto nel ranking dei Paesi. Se oggi, su queste opportunità di mercato, la penetrazione è intorno al 2%, nei prossimi 5-6 anni arriverà al 10% dei consumi grocery, portando il volume di affari del mondo dell’ecommerce a circa 20 miliardi di euro.

“Nel nostro assortimento – precisa Cavallo – le nostre referenze di ortofrutta, inclusa IV e V Gamma – rappresentano una percentuale tra il 10 e il 15%, in linea con lo share del settore sul PIL nazionale. I nostri dark store sono dei veri e propri supermercati chiusi al pubblico dove al momento abbiamo un assortimento di circa 7.500 prodotti”.

In una logica di approvvigionamento a Km 0 e soprattutto Bio, tra i primi fornitori di ortofrutta di I, IV e V Gamma ci sono Spreafico, Ortoromi, Orto dell’Orto che producono Bio.

“La fase di ricerca dei fornitori non è ancora finita – afferma Cavallo – e stiamo vagliando alcune importanti realtà del territorio. Stiamo crescendo velocemente. Se a settembre, il nostro quartier generale aveva 4-5 dipendenti, adesso sono 55 più altri 150 addetti che lavorano negli 8 store già presenti a Milano (tre); Torino (due), Modena e Brescia (uno) oltre a quello di Bologna, ultimo arrivato. Entro fine anno contiamo di raggiungere altre città italiane con più di 150mila abitanti e l’anno prossimo inizieremo ad esportare la rete nell’Europa del Sud. L’obiettivo è decuplicare i volumi entro la fine di quest’anno e quintuplicarli ulteriormente entro il 2023.

Intanto sta per partire un secondo round di investimenti con closing previsti entro l’estate. Sono della partita fondi di investimento, tutti capitali di ventura stranieri ed in particolare americani, britannici, svizzeri, tedeschi e del Liechtenstein.

Mariangela Latella

(fonte: Freshcutnews.it)

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