DEL CORE (OI) SPINGE SULLA CREAZIONE DEL CATASTO: “POTREBBE ANCHE FERMARE LA BOLLA INFLATTIVA”

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La scorsa settimana è partita ufficialmente la nuova “era” di Ortofrutta Italia sotto la guida del neo presidente Massimiliano Del Core, con la presentazione al Mipaaf  del piano programmatico dell’Organizzazione Interprofessionale (leggi news).

Tra gli obiettivi che l’OI ha sottoposto al Ministero dell’Agricoltura, anche quello di una collaborazione con ISMEA per la costituzione del tanto atteso catasto ortofrutticolo.
Ne parliamo con Massimiliano Del Core (nella foto), all’indomani dell’incontro al Ministero svoltosi, fra gli altri, anche alla presenza di ICQRF (Antifrodi) e Ismea, in un’intervista esclusiva per Il Corriere Ortofrutticolo.
“Sono aperto – specifica Del Core – ad una collaborazione con ISMEA per spingere sull’attivazione del catasto ortofrutticolo, su cui il CSO ITALY, che svolge da anni la sua attività in maniera più che egregia, potrebbe fare leva. Si tratta di un punto importante, quello del catasto, che permetterebbe di fermare la bolla inflattiva in cui siamo finiti”.
– Si potrebbe definire il differenziale tra costi attuali pagati dai produttori per ottenere un chilo di prodotto, stanti gli esorbitanti incrementi delle bollette che sono sotto gli occhi di tutti, e quanto in realtà, oggi, viene loro liquidato. Anche in funzione di un eventuale calcolo del sottocosto in funzione del recente recepimento della Direttiva sulle pratiche commerciali sleali?
“Sarei contento se si riuscisse a quantificare ma in realtà è un esercizio che non si può fare automaticamente anche perché i rincari non sono omogenei per tutte le filiere e poi, per chiarezza, perché molti listini sono stati chiusi in tempi non sospetti, ossia prima che la bolla inflattiva scoppiasse. Il sentore dei rincari c’era, ma non si immaginava che venissero scaricati sulla filiera al 120%. Tuttavia se i produttori sono stati i primi a pagare lo scotto di questa grave congiuntura di mercato, è inevitabile che, nel medio periodo, gli aumenti, arriveranno a cascata su tutti gli anelli della catena di fornitura ortofrutticola che, per definizione, è un sistema energivoro. Ed è inevitabile che tutto ciò andrà a toccare anche il consumatore. Tuttavia, i nostri comitati di prodotto hanno iniziato a fare un censimento dei costi, prodotto per prodotto, e dei packaging ritenuti più utili in termini di sostenibilità a 360º”.
– In che modo l’OI intende affrontare questa crisi congiunturale?
“Abbiamo chiesto un’intervento del Governo su diversi fronti. Primo fra tutti per l’abbattimento degli oneri di sistema e delle accise sull’energia. La particolare contingenza di mercato, richiede, a nostro avviso, interventi che si trasferiscano da fondi strutturali a fondi congiunturali”.
– Quali sono gli altri punti del programma di lavoro dell’OI?
“Bisogna riuscire a programmare al meglio la produzione e il mondo della distribuzione deve essere così lungimirante da guardare al sistema produttivo e capirne i bisogni”.
In realtà, al tavolo interprofessionale, però, manca sempre la distribuzione, interlocutore fondamentale. All’incontro al Ministero, il grande assente è stato proprio il rappresentante di ADM. Avete pensato ad un accordo con Federdistribuzione?
“Sinceramente non lo vedo lontano. È necessario sedersi ad un tavolo per calmierare la situazione ma per farlo anche qui, ci vuole un atto del Governo”.
Uno dei pilastri dell’attività dell’OI è la promozione. Dall’Europa sono già disponibili, come anticipo PAC, molte risorse dal primo gennaio scorso. Come pensate di intervenire su questo tema?
“Il valore aggiunto dell’interprofessione è quello di ‘avere’ i punti vendita, nel senso che intendiamo sviluppare un piano di promozione negli store non tanto per ricordarci quanto sia buono e bello il Made in Italy, ma con azioni precise sul nostro patrimonio di eccellenze ortofrutticole IGP e DOP che, in Italia, sono 115. Sono tutte protette ma, a nostro avviso, non sufficientemente valorizzate. Vogliamo arrivare al consumatore nel negozio, al momento della scelta di acquisto. In questo modo puntiamo a rendere evidenti, anche se non sempre sufficientemente attenzionati, i legami diretti tra produttore e distributore. Stiamo inoltre programmando strumenti e risorse che ci sostengano, ad esempio, nella lotta allo spreco”.
– Di che si tratta?
“Puntiamo a lavorare sulla consapevolezza in tema di stagionalità, in termini di packaging e anche di logistica anche attraverso azioni di advertising e di promozione in store mirate anche qui ritenendo necessario l’intervento del Governo”.
Mariangela Latella

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