DAL “DECRETO AGOSTO” ENNESIMA FREGATURA PER L’ORTOFRUTTA. ESCLUSA DAGLI SGRAVI PER IL SUD

Condividi

Più che le angurie a 1 centesimo/chilo “regalate” dalla catena Eurospin ai propri clienti a Ferragosto (su cui tornerò più sotto) mi sembra che se c’è qualcosa da sottolineare in rosso alla ripartenza settembrina è l’ennesima fregatura per l’ortofrutta contenuta nel “Decreto agosto”.

Parlo della misura “Decontribuzione Sud”, uno sconto del 30% dei contributi previdenziali e assistenziali per tutti i dipendenti nelle aree più svantaggiate del Paese. In poche parole, un taglio importante del costo del lavoro per le imprese.
Fortemente voluto dal ministro per il Mezzogiorno, Peppe Provenzano, lo sconto si applica ai rapporti di lavoro (a tempo sia determinato che indeterminato) nell’ultimo trimestre dell’anno (ottobre-dicembre) ma non si esclude di prorogarla nel 2021 (soldi permettendo e col via libera di Bruxelles).
Il bello – e qui ecco la fregatura – è che dal provvedimento sono esclusi lavoro agricolo e lavoro domestico. Quindi nel momento in cui si interviene sul costo del lavoro al Sud, provvedimento invocato da sempre dal mondo dell’ortofrutta per rendere più competitive le nostre produzioni, l’ortofrutta resta esclusa (e con essa tutta l’agricoltura). Pare che la motivazione sia la stessa che ha escluso l’ortofrutta da analogo provvedimento di riduzione del costo del lavoro previsto dal DL Rilancio (426 milioni di esoneri contributivi previdenziali e assistenziali): l’ortofrutta durante e dopo il lockdown ha sempre continuato a lavorare, quindi perché agevolarla? Questa la bella pensata dai nostri politici al governo, gli stessi che tutti i giorni in televisione blaterano di difesa delle nostre eccellenze agroalimentari e del benessere legato all’ortofrutta made in Italy.
Inutile ricordare loro che durante la Fase 1 e 2, per garantire le forniture quotidiane di prodotto in condizioni di sicurezza, le imprese dell’ortofrutta hanno dovuto affrontare costi importanti (interventi sulle linee di lavorazione e negli ambienti di lavoro) che sono ricaduti sulle imprese stesse. Che le imprese del settore hanno sì rifornito di prodotto la GDO e i Mercati ma che sono state soprattutto le catene del largo consumo (gli stessi che adesso svendono le angurie e l’uva da tavola con volantini a prezzi stracciati) ad avvantaggiarsi del lockdown , con incrementi di vendite e fatturato a doppia cifra, e conseguente sistemazione di non pochi bilanci pericolanti. Inutile chiedere a questa classe politica di approfondire , di riflettere, di ascoltare le imprese del settore. Niente, questi – o la burocrazia ministeriale che scrive i provvedimenti – hanno deciso che l’ortofrutta ha continuato a lavorare-produrre-vendere, quindi niente sgravi. Punto. Un accanimento chirurgico su cui i protagonisti di questo mondo dovrebbero riflettere, quando prima o poi al Ministero si tornerà a parlare di ortofrutta (il Tavolo nazionale tornerà a riunirsi?). Intanto sarebbe bene far sentire il disagio, e perché no? la protesta, del mondo produttivo almeno agli assessori regionali del Sud, quelli che governano quella che è ormai la vera ‘miniera’ dell’ortofrutta nazionale. Tra prezzi bassi, cimici e altre calamità, gelate e crolli produttivi, l’ortofrutta al Nord è veramente con le spalle al muro, con perdita di posti di lavoro e superfici produttive (solo le mele si salvano). Al Sud manco gli sgravi gli riconoscono…quindi che si fa? Si accetta un lento declino?
Chi invece sa esattamente cosa fare sono le catene della Gdo, in particolare i discount, che continuano come se niente fosse la loro politica di prezzi bassi, promozioni e sconti per strapparsi i clienti ai danni del mondo produttivo. La vicenda delle angurie svendute (o regalate) a Ferragosto è l’ennesimo puntata di una vicenda deprimente, dove si fa bassa macelleria del prodotto italiano in nome del marketing. La catena sostiene che “alla filiera agroalimentare è stato corrisposto il giusto prezzo, la differenza di valore rispetto al prezzo di acquisto la mette Eurospin per i suoi clienti”. Quindi solo una libera scelta commerciale, questa la giustificazione. Il prezzo ‘giusto’ sarebbero 25 centesimi/chilo, giusto per far recuperare i costi produttivi. Ma dalla “filiera” nessun commento, come al solito, perché anche chi vende sottocosto, anche chi si fa strozzare, non vuole rischiare di perdere un cliente. Quindi di che parliamo? Inutile qui dilungarsi in analisi accademiche. La catena, le catene, hanno il coltello dalla parte del manico, fanno quello che vogliono, non rispondono a nessuno tranne che alle proprie logiche commerciali. E pazienza se l’immagine dell’ortofrutta nazionale va a ramengo, perché – come sanno anche gli studenti di Economia al primo anno – ciò che viene regalato “non ha valore”. Piuttosto bisognerebbe cominciare a distinguere tra le catene, tra chi si pone il problema di fare anche l’interesse nazionale, e chi fa solo i propri interessi. Qui tutti parlano e straparlano di sostenibilità , è il nuovo mantra, ma la sostenibilità è a senso unico: vale solo per chi vende, non per chi produce. Un altro mantra è l’italianità, da tutti rivendicata. Poi compri una confezione di pomodori datterini alla Despar (è capitato a me in Trentino) e scopri che vengono dal Belgio. E non è che i datterini manchino in Italia…
E l’art. 62? E la direttiva sulle pratiche sleali da recepire? Scommettiamo che la normativa (quando ci sarà) sarà scritta in maniera tale da lasciare tanti dubbi interpretativi in cui tutti si potranno infilare per giustificare qualunque promozione sottocosto, qualunque volantino, qualunque richiesta di contributi per ‘nuove aperture’ o anche per la festa del santo patrono? Qui l’unica regola non scritta che vale nei rapporti commerciali è sempre quella: le carte le dà chi è più forte. E se non ti sta bene, ti puoi accomodare alla porta.

Lorenzo Frassoldati

direttore del Corriere Ortofrutticolo
l.frassoldati@alice.it

Sfoglia ora l'Annuario 2024 di Protagonisti dell'ortofrutta italiana

Sfoglia ora l'ultimo numero della rivista!

Join us for

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER QUOTIDIANA PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE