DA #CAMPOLIBERO POCHE NOVITÀ PER L’ORTOFRUTTA. SUGLIA: “LA BUROCRAZIA CI UCCIDE”

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Ma le misure del pacchetto #campolibero (vedi news) che impatto hanno sul comparto ortofrutta? Tutti plaudono all’approvazione in tempi rapidi di un provvedimento che aveva preso forma all’ultimo Vinitaly e che in pochi mesi è andato in porto, con un impensabile salto di qualità rispetto al passato di cui va pieno merito all’azione del ministro Martina.

Però l’ortofrutta, secondo comparto dopo il vino nell’export nazionale, che dice? Intanto non c’è ancora una analisi dettagliata del provvedimento (approvato in via definitiva a fine luglio) però qualche giudizio trapela. Giacomo Suglia, vicepresidente Fruitimprese, sulle misure per il lavoro parla di ”proposte inizialmente interessanti “ma che poi alla prova dei fatti si sono rivelate “poco incisive e per certi versi quasi una presa in giro”. I limiti previsti dalla normativa (contratto a tempo determinato di almeno 3 anni e per almeno 150 giornate all’anno) mal si adattano al comparto ortofrutta dove si assume soprattutto con contratti stagionali. “C’è il rischio che le agevolazioni si tramutino in penalizzazioni”. Poi il credito di imposta: “Vedremo alla prova dei fatti, studieremo bene le norme”, dice Suglia, che taglia corto: “Qui l’unico vero grande incentivo sarebbe la riduzione della burocrazia e la razionalizzazione dei controlli. Per ogni chilo di prodotto produciamo 3 chili di carta. Ma si può lavorare così? Qui si fa di tutto per mettere ostacoli alle imprese, è lo Stato che non vuole lo sviluppo”.

Suglia non vede ancora all’orizzonte norme per agevolare concretamente chi fa export: “Chiediamo soltanto di essere messi in condizione di competere alla pari con gli altri paesi europei, penso a Spagna e Grecia che hanno costi più bassi per contratti di lavoro, previdenza, trasporti, gasolio…”. “Noi costiamo troppo e l’Europa certo non aiuta, una volta c’erano i sostegni all’export che adesso sono scomparsi. E sui mercati extra-Ue siamo poco competitivi anche per l’euro troppo forte che ci penalizza. Abbiamo la moneta unica, ma qui servirebbero costi unici, uguali per tutti”.

 

Lorenzo Frassoldati

direttore del Corriere Ortofrutticolo

lorenzo.frassoldati@corriere.ducawebdesign.it

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