CROLLO DEI PREZZI IN CAMPAGNA NELLA PRIMA SETTIMANA DI FEBBRAIO

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Crollo nella prima settimana di febbraio dei prezzi in campagna dei pomodori (-60%) e delle arance (-21%) rispetto all’anno scorso. E’ quanto emerge dai dati Ismea dai quali si evidenzia che la discesa delle quotazioni al di sotto dei costi di produzione mette a rischio il futuro delle aziende di produzione.

Anche prodotti come cavolfiori e finocchi hanno visto crollare le quotazioni, rispetto allo scorso anno, rispettivamente del 36,1% e del 26,7%, mentre il radicchio, con 32 centesimi al chilogrammo, è posizionato su quotazioni inferiori del 55,4% allo stesso periodo del 2015. La situazione più grave è però quella delle colture in serra, in primo luogo i pomodori, le cui quotazioni si sono ridotte del 60,4% rispetto al 2015, principalmente a causa delle forti importazioni agevolate dal Marocco che stanno condizionando il mercato europeo.

In sofferenza anche prodotti tipicamente invernali come arance e kiwi. Le arance sono quotate all’origine il 21,3% in meno dello scorso anno, con un prezzo medio pagato al produttore intorno ai 22 centesimi, in un mercato invaso da agrumi di importazione, a volte spacciati per italiani.

Anticipo dei calendari di maturazione, accavallamento dei raccolti, varietà tardive diventate precoci, con eccesso di offerta prima e crollo della disponibilità poi: sono questi alcuni degli effetti dell’andamento climatico anomalo sulle verdure che subiscono anche la pressione delle importazioni, determinata dall’embargo russo nei confronti dell’UE e, più recentemente, della Turchia,  che hanno creato un aumento dell’offerta di prodotto straniero e l’affacciarsi dell’offerta turca.

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