Una lettera indirizzata direttamente al ministro, per far conoscere al mondo della politica l’attuale situazione delle imprese agricole. Lo ha spedito a fine luglio Davide Barale, frutticoltore di 32 anni di Verzuolo (Cuneo) la cui azienda (ora 30 ettari) produce frutta da quattro generazioni, soprattutto mele.
“Ho scritto al ministro – dice Barale – perché vorrei muovere qualcosa. Ho 32 anni e non vedo prospettive per il settore. L’anno scorso, i costi medi di produzione per tutte le mele erano compresi tra 28 e 30 centesimi. La liquidazione, arrivata pochi giorni fa, quindi dopo un anno dalla consegna, era pari a 25 centesimi (media di tutti i kg). Quindi, dopo un anno dalla vendemmia, e dopo un anno e mezzo dall’aver affrontato certe spese di coltivazione, mi ritrovo con meno di quanto dovevo spendere”.
Inoltre, ha avviato una petizione (clicca qui per firmarla) per garantire un prezzo minimo ai produttori.
Per Barale la frustrazione è grande. “Caro Ministro, le spiego come stanno le cose nel sistema di consegna. Solitamente ogni anno, dopo la raccolta, consegniamo il fresco alle strutture, qualunque esse siano, che lo lavorano e lo conservano in celle frigorifere o lo vendono alla grande distribuzione. Tutto ciò avviene senza che sia stato concordato un prezzo dopo il conferimento. Perché non siamo protetti? Perché non c’è un prezzo minimo garantito? L’annata 2022, infatti, ha segnato un prezzo minimo storico, anche al di sotto dei costi di produzione. Questo metodo si pratica in tutti i casi, e la grande distribuzione domina su tutti decidendo il bello e il cattivo tempo, ea noi, caro Ministro, restano le briciole”.
E conclude: “Capisci che poi vedere la stessa frutta a 1,99 o più al chilo è un oltraggio per tutte le aziende che sono in difficoltà.
Sottolineo il fatto che qui in zona abbiamo un’eccellenza: la mela rossa di Cuneo IGP. Che, tuttavia, non ha avuto alcuna influenza su quanto sopra. Come puoi fare affari in questo modo?”
(fonte: italy24.press)
