di Mirko Aldinucci*
La crisi morde, gli agricoltori sono sul piede di guerra (e manifestano) in tutta Europa, il barometro dei consumi segna stabilmente brutto tempo, ma intanto le fiere continuano a inanellare risultati degni di nota: molto bene Macfrut 2023, benissimo la Fruit Attraction dello scorso ottobre, in grande spolvero Marca di Bologna, andata in scena poco meno di un mese fa con il suo format “fresh” dedicato all’ortofrutta.
Con queste premesse, molti pensavano che la tre giorni di Berlino terminata venerdì avrebbe accusato il colpo della concorrenza. Così non è stato, o almeno non nei termini pronosticati dai pessimisti: Fruit Logistica si conferma una fiera di primo piano anche per il sistema Italia, con una miriade di incontri, eventi, appuntamenti per fare business che hanno richiamato frotte di operatori malgrado gli scioperi aerei.
Negli anni, certo, la presenza italiana si è parzialmente ridimensionata, mancano all’appello alcuni espositori di grido, e non, rispetto al pre-pandemia, i padiglioni del Made in Italy sono leggermente meno affollati; i buyer tricolore latitano, molti erano alla fiera di Bologna. Ma gli appuntamenti, a Berlino, ci sono eccome, gli affari si fanno, le istituzioni “sfilano”: la presenza dei big delle organizzazioni professionali agricole – sempre più vicine e interessate all’ortofrutta – la due giorni berlinese in fiera del ministro Francesco Lollobrigida sono il termometro dello stato di salute e della popolarità di un settore che nel complesso, tra difficoltà e contraddizioni, sta adeguandosi ai nuovi trend, sforna novità e guarda al futuro.
Un settore che, come era emerso anche dal Macfrut di maggio, alza la testa per uscire dai confini del pianeta ortofrutta e dell’autoreferenzialità; ingaggia testimonial di punta, guarda agli influencer, è sempre più visibile e presente su social e mass media generalisti.
E le fiere sono (anche) lo specchio di questo cambio di passo. Il buon momento delle fiere, tuttavia, non potrà durare all’infinito, o almeno non per tutte: la gestione delle risorse economiche impone ed imporrà scelte su dove andare a esporre. E mentre bussa alle porte (aprile 2024) la nuova Fruit Attraction Brasile, c’è chi prevede per il 2025 una significativa ridefinizione degli equilibri di forze tra la fiera di Madrid, in chiara ascesa e Berlino, dove il trend è di leggero calo e gli elevati costi potrebbero far pendere la bilancia dalla parte della Spagna. Che però, non va dimenticato, è il competitor numero uno dell’Italia. Sullo sfondo Rimini, sorniona, vuole giocarsi fino in fondo il ruolo di fiera di filiera, con un già ricco programma per la prossima edizione.
m.aldinucci@corriere.ducawebdesign.it
*coordinatore Corriere Ortofrutticolo
CRISI? NON PER LE FIERE. E IL SETTORE ALZA LA TESTA
di Mirko Aldinucci*
La crisi morde, gli agricoltori sono sul piede di guerra (e manifestano) in tutta Europa, il barometro dei consumi segna stabilmente brutto tempo, ma intanto le fiere continuano a inanellare risultati degni di nota: molto bene Macfrut 2023, benissimo la Fruit Attraction dello scorso ottobre, in grande spolvero Marca di Bologna, andata in scena poco meno di un mese fa con il suo format “fresh” dedicato all’ortofrutta.
Con queste premesse, molti pensavano che la tre giorni di Berlino terminata venerdì avrebbe accusato il colpo della concorrenza. Così non è stato, o almeno non nei termini pronosticati dai pessimisti: Fruit Logistica si conferma una fiera di primo piano anche per il sistema Italia, con una miriade di incontri, eventi, appuntamenti per fare business che hanno richiamato frotte di operatori malgrado gli scioperi aerei.
Negli anni, certo, la presenza italiana si è parzialmente ridimensionata, mancano all’appello alcuni espositori di grido, e non, rispetto al pre-pandemia, i padiglioni del Made in Italy sono leggermente meno affollati; i buyer tricolore latitano, molti erano alla fiera di Bologna. Ma gli appuntamenti, a Berlino, ci sono eccome, gli affari si fanno, le istituzioni “sfilano”: la presenza dei big delle organizzazioni professionali agricole – sempre più vicine e interessate all’ortofrutta – la due giorni berlinese in fiera del ministro Francesco Lollobrigida sono il termometro dello stato di salute e della popolarità di un settore che nel complesso, tra difficoltà e contraddizioni, sta adeguandosi ai nuovi trend, sforna novità e guarda al futuro.
Un settore che, come era emerso anche dal Macfrut di maggio, alza la testa per uscire dai confini del pianeta ortofrutta e dell’autoreferenzialità; ingaggia testimonial di punta, guarda agli influencer, è sempre più visibile e presente su social e mass media generalisti.
E le fiere sono (anche) lo specchio di questo cambio di passo. Il buon momento delle fiere, tuttavia, non potrà durare all’infinito, o almeno non per tutte: la gestione delle risorse economiche impone ed imporrà scelte su dove andare a esporre. E mentre bussa alle porte (aprile 2024) la nuova Fruit Attraction Brasile, c’è chi prevede per il 2025 una significativa ridefinizione degli equilibri di forze tra la fiera di Madrid, in chiara ascesa e Berlino, dove il trend è di leggero calo e gli elevati costi potrebbero far pendere la bilancia dalla parte della Spagna. Che però, non va dimenticato, è il competitor numero uno dell’Italia. Sullo sfondo Rimini, sorniona, vuole giocarsi fino in fondo il ruolo di fiera di filiera, con un già ricco programma per la prossima edizione.
m.aldinucci@corriere.ducawebdesign.it
*coordinatore Corriere Ortofrutticolo
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