COVID, FRUTTA SECCA IN ALLARME. CALCAGNI: “EFFETTO DOMINO SU LOGISTICA, IMBALLAGGI E MATERIE PRIME”

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Anche il mondo della frutta secca sta risentendo dell’effetto domino a cui è sottoposto in questi mesi il comparto della logistica a livello mondiale, sempre come conseguenza della pandemia da covid-19. Inoltre, aumentano anche le spese per gli imballaggi. Il risultato finale è un sostanziale, quanto inevitabile, aumento delle quotazioni di tante materie prime.

A denunciare questa situazione è Riccardo Calcagni (nella foto), Ceo di Besana, azienda che ancor di più, dopo la partnership con il Gruppo Importaco, rappresenta uno dei maggiori player a livello mondiale nella frutta secca ed essiccata.

“Uno degli effetti collaterali provocati dalla pandemia da covid-19 – spiega Calcagni – sta toccando da vicino anche il mondo della logistica e, di conseguenza, dello scambio delle merci. Il problema, sostanzialmente, è che mancano container a livello globale. Il primo Paese a risentire di questa situazione è stato la Cina, che essendo uscita per prima dall’emergenza pandemica, ha iniziato a riaprire in maniera massiccia alle esportazioni”.

Negli ultimi 5 mesi, con uno scatto non previsto, l’export cinese in prevalenza marittimo è aumentato del 21% con una punta del 46% verso il mercato americano. Questo ha provocato una differenza in termini di volumi tra spedizioni da Paesi terzi verso la Cina e dalla stessa verso il resto del mondo, con ripercussioni negli imbarchi che si trascinano per settimane prima della partenza della nave.

“Gli scambi sono ancora rallentati e si sono create enormi liste d’attesa in tutti i principali porti. Secondo i nostri ultimi dati, nel giro di un solo anno, il costo l’affitto di un container da 40 piedi è quadruplicato: il nolo è passato dai 2.100 dollari di novembre ai 7.800 dollari dei giorni scorsi – afferma Pia Starace, Responsabile Procurement di Besana – e il problema è lontano dall’essere risolto. Basti pensare che, sempre a causa dei maggiori controlli, unitamente alla mancanza di personale e a nuovi adempimenti burocratici, gli stessi container tornano molto più lentamente al Paese d’origine”.

Quello che abbiamo visto con il blocco del canale di Suez è stato solo la punta di un iceberg di una situazione ben più complessa a livello mondiale. Besana importa frutta secca e semi da oltre 30 Paesi e la esporta in tutto il mondo. Ha quindi una posizione nodale per comprendere le dinamiche dei flussi di trasporto. Le cause che stanno determinando un aumento dei costi della materia prima non sono si limitano questo.

“Un altro effetto tutt’altro che secondario della pandemia da Covid-19 – rileva GianPaolo Gentile, Responsabile Acquisiti di Besana – riguarda l’aumento dei costi di molte materie prime. In particolare si è assistito ad una radicale diminuzione della disponibilità delle plastiche con conseguente aumento di costi di molti polimeri, con picchi di crescita che in alcuni casi hanno toccato anche valori del 60%. Non va meglio per il cartone: secondo gli ultimi dati di Assocarta, da febbraio 2020 a oggi i costi del cartone da macero sono addirittura decuplicati, passando da 11 a 140 euro la tonnellata”.

“In tutta questa situazione – conclude Calcagni – continua comunque il concreto impegno di Besana a contenere il fenomeno, efficientando al meglio i processi di filiera. Un processo avviato già da tempo, partendo dal campo – con l’implementazione dei partenariati con i produttori – alla lavorazione, con l’ammodernamento e l’aggiornamento costante delle linee di produzione. Siamo consapevoli che questa è una sfida particolarmente complessa, ma come Besana siamo altrettanto determinati a fare la nostra parte”.

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