È sulla bocca di tutti nelle ultime ore, tanto che parlano perfino i media nazionali e internazionali anche quelli generalisti. Lei è Cosmic Crisp, nuova cultivar di mela nata dall’incrocio di Enterprise e Honeycrisp dopo un ventennio di prove e innesti e selezionata dalla Washington State university. Lo Stato di Washington manterrà l’esclusiva per la coltivazione delle Cosmic Crisp per i prossimi dieci anni. Domenica scorsa la mela a stelle e strisce ha visto il suo debutto commerciale negli Stati Uniti, dove punta a rivoluzionare il mercato in cui negli ultimi anni tra l’altro si è registrato un crollo verticale della Red Delicious. La buccia della Cosmic Crisp è di colore rosso scuro costellata di tante piccole macchie (lenticelle) più chiare. La presenza delle macchie sul colore scuro della buccia ha ispirato il nome “Cosmic”, perché secondo i produttori la buccia ricorda il cielo stellato.
Ma una delle caratteristiche principali della nuova mela è senza dubbio la conservabilità. Si parla di oltre dodici mesi. Insomma Cosmic Crisp – che è un marchio registrato e con rigorose licenze di coltivazione che impedisce di effettuarla al di fuori dello Stato di Washington – riuscirebbe a resistere in celle frigorifere ad atmosfera controllata per oltre un anno. Anche per questo, ma non solo, in passato la nuova varietà era stata definita “la più promettente e importante mela del futuro”.
Lo Stato di Washington ci crede così tanto che è arrivato ad investire dieci milioni di euro per promuovere la nuova varietà.
La commercializzazione debutta con tremila tonnellate ma i numeri tenderanno a crescere esponenzialmente. L’obiettivo è arrivare a poco più di due milioni di confezioni nel 2020-2021 e 21,5 milioni entro il 2026.
L’Italia e l’Alto Adige in particolare non sta di certo a guardare. Vog e Vip si sono già garantiti i diritti esclusivi di produzione e commercializzazione della varietà. Potranno inoltre usare il marchio per l’Unione Europea, l’Europa Orientale e i Paesi del Mediterraneo. I primi impianti sono stati già messi a dimora con l’intento di coltivare i primi 500 ettari. I primi test commerciali arriveranno nell’autunno dell’anno prossimo per poi aumentare nel 2021-2022.