CORRUZIONE, 11 ARRESTI AL MIPAAF. IN MANETTE ANCHE GIUSEPPE AMBROSIO

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Undici arresti tra dirigenti e funzionari pubblici del ministero delle Politiche agricole e imprenditori con l’accusa di corruzione nell’ambito dell’operazione ‘Centurione’. Li ha eseguiti oggi il comando provinciale di Roma della Guardia di finanza sulla base di accuse di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, di turbata libertà degli incanti e nella scelta del contraente.

Per le stesse ipotesi di reato sono indagate in tutto 37 persone, di cui 13 sono dirigenti e funzionari pubblici. Contestualmente è stato eseguito nei confronti degli indagati il sequestro preventivo di denaro e beni per un valore di oltre 22 milioni. Ammontano invece a 32 milioni di euro i contributi statali illecitamente percepiti da alcuni imprenditori grazie alla corruzione dei funzionari del ministero.

Dall’inchiesta è emerso un diffuso sistema di corruzione radicato nell’ambito del ministero. Tra gli arrestati c’è anche Giuseppe Ambrosio (nella foto), attualmente direttore generale del Cra, Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, capo della segreteria del sottosegretario Braga ed ex capo di Gabinetto con gli ex ministri dell’Agricoltura Luca Zaia e Giancarlo Galan. Ambrosio, soprannominato ‘il centurione’ (da cui il nome dell’operazione), è stato arrestato oggi assieme alla moglie e a una persona ‘di fiducia’, entrambi dipendenti del ministero. Per il dirigente l’accusa non è soltanto quella di avere favorito, dietro compenso, alcuni imprenditori, ma anche di avere cooperato alla concessione di contributi pubblici in favore del comune di Maratea e di Todi, rispettivamente per 63.500 e 125mila euro, ricevendo in cambio l’omessa vigilanza edilizia su alcune opere realizzate abusivamente nelle ville di proprietà. Ville per la cui realizzazione, secondo la ricostruzione degli inquirenti, il funzionario ha impiegato risorse per circa 1,27 milioni di euro "non coerenti con il proprio reddito familiare".

“Quasi tutte le attività del Ministero delle Politiche agricole sono state inquinate da una corruzione diffusa variegata e circolare”, ha detto il procuratore aggiunto di Roma, Lello Rosso e gli episodi di corruzione, è stato spiegato, riguardano finanziamenti pubblici e oltre 40 appalti per un totale di 32 milioni di euro erogati a 20 aziende nel periodo tra il marzo del 2007 e il maggio del 2011. L’indagine ha accertato che oltre ai “vantaggi patrimoniali”, i funzionari pubblici e i dirigenti del Ministero hanno usufruito di vacanze all’estero e in centri benessere, oggetti da arredamento e promesse di posti di lavoro.

L’inchiesta che ha portato all’arresto i funzionari e dirigenti del Ministero delle Politiche agricole per il procuratore aggiunto di Roma Nello Rossi, ”è un piccolo trattato di sociologia della corruzione inquietante”. Inoltre ha descritto la situazione all’interno del Ministero sottolineando che “c’era un vero e proprio giro di privilegi e malaffare. Ci troviamo di fronte a un sistema in cui c’è una spesa pubblica che dovrebbe essere interessata a favorire un settore importante come l’agricoltura e la pesca – ha aggiunto – e che invece viene distorta e inquinata da un’attività corruttiva diffusa”. (fonte: La Repubblica, Il Fatto Quotidiano)

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