L’insegna Coop Alleanza 3.0, dal primo gennaio 2016 sostituirà quelle di Adriatica, Estense e Nordest in 419 negozi, 12 regioni e sulle divise di 22mila dipendenti. Un gigante a tre teste: Adriano Turrini (Adriatica), Paolo Cattabiani (Nordest) e Mario Zucchelli (Estense, che lascerà il posto a Massimo Ferrari).
I tre, intervistati su QN, Quotidiano nazionale, parlano con una sola voce e rivelano le strategie del nuovo colosso. Una nuova casa comune e tre ad.
Una sorta di compromesso… "Se fosse un compromesso – spiegano nell’intervista – sarebbe una norma transitoria. Invece abbiamo identificato tre aree di responsabilità e le abbiamo affidate ad altrettanti amministratori, che rendiconteranno ogni azione al cda, quindi ai soci. Un modo per tutelare i nostri valori partecipativi anche in una realtà così grande".
Il primo tentativo di fusione risale agli anni ‘80. "I tanti tentativi non andati in porto sono indice del fatto che questa fusione non fosse facile né scontata. Ci siamo arricchiti da quei fallimenti: dovevamo conoscerci meglio, allineare le nostre visioni. Come si dice nel calcio, fare spogliatoio".
Sui motivi della riuscita dell’operazione spiegano: "Il bello di una unificazione è che possiamo guardare ai risultati altrui non per contrastarli ma per farli nostri. Prendere il buono di ognuna delle tre cooperative per diventare più competitivi".
Riguardo alla competitività con altre catene come Auchan, Carrefour, Esselunga, Conad affermano chiaramente che "nel nostro perimetro geografico, il più presente è certamente Conad. È a loro che guardiamo, in un’ottica di sana competizione".
Il settore di riferiemnto sono gli ipermercati, che per molti sono superati… "Se avessimo ritenuto superato il modello di vendita che ad oggi genera la metà dei nostri profitti non ci saremmo uniti ma, piuttosto, avremmo guardato altrove. Invece i dati ci dicono che i nostri iper perdono meno di quelli altrui e i nostri centri commerciali hanno visto crescere le presenze nel 2015. Partendo da qui, faremo insieme quello che finora facevamo separatamente: lavorare a un nuovo modello di ipermercato dove l’acquisto di beni faccia il paio con quello dei servizi".
Un riferimento va anche a Esselunga, poco più grande della nuova realtà ma che genera il doppio dei fatturati. "Loro sono molto bravi in ottica di redditività, e noi ci uniamo anche per ottimizzare i nostri costi. L’aumento di marginalità non è mai stato il nostro primo obiettivo. Siamo imprenditori, certo, ma abbiamo una responsabilità sociale che forse gli altri non sentono allo stesso modo. Sappiamo ad esempio anche noi che un punto vendita sull’Appennino è molto meno redditizio. Ma è anche un punto di riferimento per molti consumatori, soprattutto anziani. Ecco, questo aspetto noi non potremo mai sacrificarlo".
Coop Alleanza 3.0 è presente in dodici regioni. L’obiettivo è diventare presenti in tutta Italia? "Cresceremo ancora nelle regioni dove siamo presenti, compreso il Sud. Ma non diventeremo nazionali, visto che le regioni in cui non siamo presenti sono già presidiate dalle altre cooperative". Su possibili altre fusioni in vista concludono dicendo: "Ci auguriamo di sviluppare un processo di emulazione in Coop Italia e non possiamo escludere unioni con le piccole e medie cooperative che operano nei nostri territori. Se poi la domanda era più diretta allora no: non sono previste al momento altre fusioni". (fonte: QN)