Sostenibilità, prodotti biologici e di qualità certificata: ecco le linee guida che detteranno i passi del piano 2021 di Coop Alleanza 3.0 che punta ad un totale rinnovo del reparto di IV e V Gamma, anche attraverso uno specifico progetto di category management anche perché l’ultimo restylit del reparto risale a 10-12 anni fa.
A spiegare i dettagli a FreshCutNew.it è Giampaolo Ferri, responsabile della IV e V Gamma, frutta secca e legumi secchi dell’azienda che fa parte di Coop Italia.
– Possiamo tracciare un bilancio del 2020 per il vostro reparto d IV e V Gamma?
“Rispetto alla media nazionale, che vede il settore chiudere a -7% circa, noi chiudiamo un po’ meglio, con un -1,5%. Gennaio è ancora in discesa ma la crisi sta rallentando e chiudiamo il mese con un fatturato del reparto di IV gamma di -1,8% rispetto a gennaio del 2020”.
– Come avete attutito il colpo della pandemia?
“Abbiamo cercato di rispondete subito ai mutamenti di mercato”.
– Ad esempio?
“Abbiamo notato che le monoporzioni di rucola, valeriana, songino o i mix; le referenze, per capirci a 0,99, erano entrate in crisi ed abbiamo lavorato subito sui formati, aumentando le grammature medie. Se la rucola da 60 grammi durante la pandemia è andata in difficoltà, quella da 125 invece è aumentata a doppia cifra”.
– Perché?
“Perché la gente cercava di fare scorte per potere fare la spesa il meno possibile. Il prodotto che ha sofferto di più sono state le ciotole che sono, poi, l’emblema del prodotto di servizio. In coerenza, peraltro, con l’aumento dei consumi domestici, che richiedevano sempre meno prodotti a contenuto di servizio. Ma così non è andato per le zuppe pronte che sono andate meglio delle insalate”.
– Secondo lei, perché?
“Perché a prepararle in cucina richiedevano più impegno e quindi sono state favorite dal consumatore, premiando in ciò il contenuto di servizio. Abbiamo notato che anche la categoria di funghi di IV Gamma e di prima gamma evoluta è andata molto bene. E’ stata tra le prime cinque categorie altovendenti del 2020. Cercheremo di cavalcare questa tendenza magari proponendo i funghi abbinati con verdure, pronti da spadellare”.
– Quali altre strategie avete messo a punto per contenere il colpo inferto dal Covid alla IV Gamma?
“Abbiamo fatto anche una manovra che è passata inosservata ai più, ossia abbiamo recuperato nelle rotazioni determinando il riposizionamento di una decina di prodotti altovendenti tra quelli a marchio Coop-Origine”.
– Quali?
“Le due rucole, il lattughino, le due miste (‘Serena’ e ‘Fantasia’), rispettivamente da 250 e 350 grammi e i cuori di iceberg da 350 grammi. In pratica abbiamo rifatto l’analisi della categoria e deciso di abbassare i prezzi tutti i giorni per queste referenze, senza però fare promozioni durante l’anno. Il riposizionamento verso il basso ci ha premiato sulle rotazioni a scaffale, che sono state più veloci, anche se un minimo di deflazione è stato creato”.
– Quali prodotti hanno sofferto maggiormente?
“Oltre ai piccoli formati di insalata monoprodotto anche la frutta di IV Gamma, che da noi, è andata ancora peggio della media nazionale. Tutto il filone della frutta fresca pronta per il consumo, dalle vaschette alle macedonie, agli estratti, ha subìto una brusca frenata durante tutto il 2020. Ha avuto una leggera ripresa nel periodo estivo ma il settore non si è mai ripreso. Guardando al fatturato di questa sola categoria di prodotto, chiudiamo in negativo a doppia cifra”.
– Quanto?
“Circa il 10%. Però penso che le crisi non siano mai da buttare via perché portano sempre qualcosa di nuovo”.
– Cosa, nel vostro caso?
“Il 2020 ci ha fatto capire che, probabilmente adesso il consumatore non ha più bisogno di quel tipo di insalate o di quel tipo di servizio. C’è bisogno di qualcos’altro, di innovazione che sia capace di dimostrare all’acquirente che si tratta di novità che fanno risparmiare tempo oltre che far mangiare bene. Sicuramente i nostri consumatori sono più disposti adesso, rispetto a dieci anni fa, ad acquistare un prodotto di servizio. Ma dobbiamo anche misurarci con il mercato che è sempre più competitivo anche per via della corsa dei soft discount che sono sempre più aggressivi anche sulla IV Gamma. Quel format, però, soddisfa quella parte di consumatori che ha bisogno del prezzo basso tutti i giorni”.
– Quali saranno i temi portanti per il rinnovo del reparto di IV Gamma nel 2021?
“Sicuramente il tema della sostenibilità che, a causa della pandemia, abbiamo lasciato per un anno in stand-by, ma che riprenderemo con questo prossimo programma in linea con quanto stanno facendo i nostri principali fornitori”.
– Avete mai pensato di fare una carbon footprint, prodotto per prodotto, del reparto di IV Gamma?
“Non ne abbiamo ancora parlato. Non penso che sarà una cosa fattibile nell’immediato. Di certo non nel 2021. Abbiamo altre priorità. Dobbiamo rimettere mano ad una categoria che non viene rinnovata ormai da 10-12 anni. Per questo, faremo anche un progetto di category management. Cercheremo di intercettare i cambiamenti avvenuti, e di individuare quelli che saranno spendibili nel futuro prossimo al netto dell’emergenza pandemica. Questo deve essere un periodo in cui occorre fare un po’ di pulizia e riprogettare la IV Gamma per i prossimi anni”.
– Su quali tipi di prodotti puntate?
“Sul bio, innanzitutto, che sarà rafforzato. Ma anche sui prodotti di qualità. Pensiamo, infatti di aggiungere delle nuove referenze ‘Fior Fiore’ nel reparto di IV Gamma. Già abbiamo, come linea Fior Fiore di IV Gamma, il radicchio variegato di Castelfranco IGP da 200 grammi, il mix di radicchi rossi IGP e il mix di radicchi con il Tardivo di Treviso IGP. Quest’anno potremmo pensare di inserire una referenza di solo radicchio tardivo di Treviso IGP. Dobbiamo ancora valutare. I programmi si definiscono ora, a febbraio”.
Mariangela Latella
(fonte: Freshcutnews.it)