Da una parte produzioni invernali abbondanti e con qualità eccellente, dall’altra consumi fermi al palo. Mastica amaro Salvatore Lotta (nella foto) analizzando la situazione di una stagione che si sta facendo sempre più preoccupante. La materia prima non manca ed è ottima, ma le richieste sono in netto ribasso.
“Dal punto di vista produttivo in quest’inverno così mite stiamo ottenendo ortaggi di altissima qualità e con rese molto elevate – conferma responsabile commerciale dell’OP Campidanese di Terralba (Oristano). “Il problema è che il caro energia e gli altri innumerevoli e crescenti rincari stanno tagliando in maniera drastica il potere d’acquisto dei consumatori. Da sottolineare inoltre che la distribuzione organizzata con l’aumento dei costi energetici si è rimessa a ritoccare i listini e aumentare i ricarichi sui prodotti finali”, afferma Lotta, che poi porta un esempio: “Quest’anno il carciofo è stato pagato meno dalla distribuzione per un eccesso di offerta ma sono stati in grado di raddoppiare i margini. Sotto Natale il prodotto si vendeva in media a 35 centesimi al chilo. Lo scorso anno, nello stesso periodo, eravamo a 2 euro. Viviamo comunque situazioni anomale e molto preoccupanti con consumi inchiodati e perdite nelle rete distributiva che hanno raggiunto su alcuni canali anche il 40-50%”.
La situazione, sostiene Lotta, è simile per esempio per il finocchio, con quotazioni sui 60-70 centesimi, che sono i costi di lavorazione in magazzino. Come si fa ad andare avanti in queste condizioni?”, si domanda l’operatore sardo.
“Servirebbe una programmazione seria e ragionata, con le catene che dovrebbero avere il coraggio di programmare i volumi a medio-lungo termine. Ma non è così. Qui a pagare il conto della crisi sono solo, o soprattutto, i produttori”.
Il paradosso. “Costretti a sperare in qualche calamità naturale”
Con tali condizioni, inevitabile che qualcuno lasci o rallenti. “Alcuni nostri soci sono stati costretti a fermare le produzioni o a scartare il prodotto in eccesso, non richiesto dal mercato. Il clima molto mite degli ultimi mesi per assurdo sta creando problemi. Siamo arrivati al paradosso di sperare in qualche calamità naturale, per salvarci almeno con gli indennizzi”, ammette Lotta. “Il che la dice lunga sul momento disperato che tutti stiamo vivendo e che dovrebbe far riflettere la filiera. Serve confrontarsi e trovare una soluzione. Non si può andare avanti così”.
L’Op Campidanese, nonostante le grandi difficoltà da affrontare sul mercato, non si ferma sul fronte della ricerca e dell’innovazione: “Abbiamo in prova nuovi prodotti, specialmente sui meloni e sulle angurie senza semi, su terreni sia in Sardegna che in Sicilia e nella provincia di Alessandria. Nonostante tutto, siamo sempre pronti a rilanciare”.
Emanuele Zanini
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