CONSUMI ESTIVI, LE ANGURIE “BATTONO” I MELONI. LOTTA: “LA QUALITÀ COMUNQUE PREMIA SEMPRE”

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Bene le angurie, così così i meloni. Salvatore Lotta (nella foto), direttore commerciale dell’Op Agricola Campidanese di Terralba (Oristano) traccia il quadro della stagione estiva, contrassegnata da un boom dei costi che ha influenzato tutto il settore.

Salvatore Lotta

Il comparto delle angurie ha retto bene. Le aziende hanno investito meno come areali di produzione (non solo in Italia ma anche in Europa, a partire dalla Spagna), determinando una minore offerta sul mercato e quindi riuscendo a spuntare prezzi più sostenuti”, afferma il manager sardo. “Inoltre il caldo elevato e la siccità, se da una parte hanno provocato una diminuzione delle rese, dall’altra hanno incentivato notevolmente i consumi. A livello commerciale, pertanto, i risultati sono stati soddisfacenti. Il prodotto è stato richiesto e venduto con costanza, a parte un leggero calo fisiologico subito dopo Ferragosto”.

“Il prodotto a marchio e premium, a partire dai nostri cavalli di battaglia Gavina ed Eleonora, ha ottenuto buoni risultati. Un altro fattore che ha aiutato, per una volta, è stato il clima favorevole. Il notevole aumento dei costi, tuttavia, non ci ha permesso di registrare una annata da record, seppur con numeri positivi”.

 

Diversa invece la situazione per i meloni: “Dal mio punto di vista il calo produttivo generale in Italia è arrivato ad almeno il 20% se non di più. Ma anche i consumi si sono ridotti”, osserva Lotta. “I meloni quest’anno hanno ottenuto risultati inferiori rispetto alle angurie, preferite nei consumi estivi grazie alle alte temperature. Le quotazioni però dei meloni non sono state soddisfacenti. A parte la Sicilia, che ha sfruttato una finestra di mercato favorevole, per le altre aree la situazione non è stata molto positiva, considerando anche gli ormai noti aumento dei costi”.

Capitolo a parte invece per i due prodotti di punta dell’Op sarda, Corallo e Majores: “Sono due nicchie di mercato, di qualità premium, che non hanno subito eccessivamente le oscillazioni del mercato. In generale i prodotti di alta qualità riescono sempre a difendersi meglio dalle crisi di mercato. I prodotti di media-bassa qualità, invece, hanno risentito notevolmente degli effetti deo boom dei costi. In generale quindi al melone come giudizio non posso dare oltre la sufficienza. Non si perso ma non si è nemmeno guadagnato”.

Il boom dei costi preoccupa: “A luglio abbiamo speso 30 mila euro in più di energia elettrica”

Ora anche per il periodo autunnale e invernale l’incognita più grande rimane sull’evoluzione degli scenari politico-sociali a livello internazionale che potrebbero ulteriormente incidere sull’andamento generale delle aziende.

Sul fronte costi basta un dato rivelato da Lotta: “Come Op a luglio dello scorso anno la spesa di energia elettrica arrivava a 9 mila euro, con un impianto fotovoltaico sul tetto dell’azienda. A luglio di quest’anno, con la stessa struttura, il conto è salito di 30 mila euro, arrivando a toccare i 39 mila euro”.

Emanuele Zanini

emanuele.zanini@corriere.ducawebdesign.it

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