IL CONSORZIO CASALASCO ESCE DALL’OI POMODORO DA INDUSTRIA NORD ITALIA

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Il Consorzio Casalasco del pomodoro è uscito dall’OI, Interprofessione del pomodoro da industria del Nord Italia. La notizia è ufficiale tra gli addetti ai lavori ma è trapelata soltanto di recente.

Paolo Voltini

Interpellato per un commento, il presidente del consorzio, Paolo Voltini, anche presidente di Coldiretti Cremona, si è trincerato dietro un no comment ma pare che alla base della rottura ci siano profondi dissapori legati, probabilmente, all’andamento negativo delle ultime campagne che ha portato nel 2018 ad una contrazione delle superfici coltivate nel distretto nord, del 5% pari a oltre 1.500 ettari in meno.

La paura di non riuscire ad avere prodotto a sufficienza ha portato la Italtom di Piacenza, che ha recentemente acquisito gli stabilimenti della fallita Ferrara Food di Argenta, a siglare un preaccordo (in anticipo su quello quadro che deve ancora uscire dal tavolo interprofessionale), successivamente annullato, con alcuni produttori ferraresi anche per evitare quello che è successo nella stagione precedente quando, per la mancanza di pomodoro negli impianti ferraresi, l’azienda aveva dovuto portarlo da Piacenza con la conseguente impennata dei costi di trasporto.

Uno dei punti di forza del distretto Nord del pomodoro, è proprio la corta distanza media tra i campi e gli impianti di trasformazione (60 chilometri), uno degli elementi chiave su cui si costruiscono gli accordi quadro.

Tornando alla vicenda del Consorzio Casalasco, secondo quanto riferito da un articolo de La Provincia di Cremona dello scorso 9 dicembre: “Nell’ambito del distretto del pomodoro Nord Italia, il Consorzio Casalasco del Pomodoro ha di recente annunciato la sua volontà di recedere dallo stesso perché ritiene che da solo possa fare meglio”.

Dietro la polemica, secondo fonti attendibili, ci potrebbe essere la clausola che si è data il distretto, che porta al 10% la soglia delle vendite dirette (ossia i rapporti commerciali degli aderenti all’Oi con operatori estranei al distretto).

Tiberio Rabboni

“Casalasco fa rilievi critici che non riguardano l’Oi – ha spiegato Tiberio Rabboni, presidente del distretto del pomodoro nord – bensì la trattativa economica. L’interprofessione non fissa i prezzi di riferimento, che derivano dall’accordo tra le parti, ma svolge una funzione di prospettiva per la filiera, ad esempio controllando che gli accordi quadro raggiunti vengano rispettati e sanzionando chi non lo fa. Tentiamo di trasformare, insomma, un insieme di imprese in un sistema organizzato, promuovendo, fra l’altro, una serie di servizi di interesse comune quali ad esempio la gestione delle regole comuni di trasparenza e tutte quelle altre che le parti volontariamente si sono date”.

Intanto l’accordo sui prezzi per la campagna 2019 è ancora in alto mare con i produttori che, attanagliati dall’emergente e crescente problema del ragnetto rosso, che l’anno scorso ha causato una ulteriore riduzione dei volumi fino al 20% per raccolto, chiedono un equo riconoscimento. In questa direzione, per la prima volta nella storia del distretto, quest’anno si sono auto-organizzati per la programmazione delle superfici, senza coinvolgere l’industria, in modo da potere controllare meglio la bilancia dei prezzi ma, al momento, la parte industriale non intende andare oltre al +7% del prezzo rispetto all’anno scorso. L’industria non fa salire il prezzo anche in considerazione delle quotazioni più vantaggiose ottenibili dall’acquisto di pomodoro spagnolo o portoghese.

Curioso, infine, il fatto che l’uscita del Consorzio Casalasco dall’Oi del nord, coincida cronologicamente con un altro evento chiave della campagna 2019, ossia l’accordo nazionale di filiera tra Coldiretti (nella cui area ruota il Consorzio dato che Voltini è anche presidente di Coldiretti Cremona) e la Princes di Foggia che è il primo trasformatore di pomodoro da industria d’Europa nonché primo operatore industriale del distretto Sud. Un accordo basato, si legge in una nota sul sito di ‘campagna amica’ dello scorso 12 febbraio: “per promuovere la sostenibilità della filiera del prodotto made in Italy per valorizzare l’elevata qualità e identità nazionale” anche attraverso l’utilizzo della tecnologia blockchain.

Mariangela Latella

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