CONFAGRICOLTURA: “STOP AL GLIFOSATO? EFFETTI CATASTROFICI SUL SETTORE”

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Cancellare il glifosato significherebbe proiettare l’agricoltura italiana in un salto nel vuoto,  causando serie incognite sul futuro delle colture, sulle alternative utilizzabili, con costi crescenti e il rischio di un depauperamento del patrimonio, anche ortofrutticolo, del Made in Italy: è il grido d’allarme lanciato questa mattina da Confagricoltura in una conferenza stampa nella sede della Confagri di Verona cui sono intervenuti Paolo Ferrarese, vicepresidente veneto della confederazione, Alberto De Togni, presidente provinciale dell’Associazione, Giuseppe Zanin, professore di agronomia dell’Università di Padova, Alberico Loi, senior analyst dell’Istituto Aretè oltre al giornalista Donatello Sandroni, che ha introdotto i lavori.

Al tavolo anche Fabio Minoli, direttore della comunicazione e sostenibilità di Bayer, realtà che ha chiesto a Confagri di portare all’attenzione dell’opinione pubblica la situazione che potrebbe venirsi a creare se, la molecola sarà vietata. I tempi sono stretti: a fine 2022 la discussione tornerà ad accendersi, a livello europeo, dopo cinque anni di braci sotto la cenere che hanno continuato a tener caldo l’argomento dal 2017, quando all’erbicida venne concesso un quinquennio di rinnovo in attesa di ulteriori valutazioni.

Un momento della conferenza stampa. Secondo da sinistra Minoli di Bayer, al suo fianco Ferrarese

“L’ideologia non deve prevalere sulla scienza – il messaggio di Ferrarese – è stato dimostrato che il glifosato non è dannoso né cancerogeno. Proibirlo metterebbe in crisi l’agricoltura nazionale e veneta che ha come obiettivo la minima lavorazione: il glifosato è capace di minimizzare i consumi di carburanti come pure l’ossidazione della sostanza organica contenuta nei suoli”.

“Se anche venisse concesso un succedaneo anti-infestanti, come potremmo sapere se è buono è non nocivo quando oggi abbiamo invece una serie di studi sul glifosato che garantiscono la sua validità?”, ha aggiunto. “Bayer e Confagricoltura hanno la stessa visione su questo prodotto, senza il quale faremmo molta più fatica a coltivare”, ha concluso Ferrarese.

E il presidente di Confagricoltura Verona De Togni ha aggiunto: “L’UE non può limitarsi a vietare e a togliere, deve fornire indirizzi ed alternative valide”

“Se venisse a mancare il glifosato andrebbe riorganizzato tutto il processo produttivo: è un grande semplificatore dell’attività agricola, soprattutto nell’agricoltura conservativa e garantisce grandi risparmi economici”, ha fatto presente il professor Zanin, “Attenzione: lo stop al suo utilizzo avrebbe un effetto domino sul settore primario”.

Alberico Loi, senior analyst dell’Istituto Aretè ha infine fornito una disamina delle conseguenze economiche dell’eventuale bando di glifosato su una serie di colture extra-ortofrutticole, dal mais al riso al frumento.

Un invito è stato rivolto poi alla stampa generalista perché tratti il tema “con la massima obiettività, distinguendo tra rischi e pericoli: sono due cose ben distinte”.

Mirko Aldinucci
m.aldinucci@corriere.ducawebdesign.it

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