CONAD, NEL 2013 VENDITE SALITE DEL 17%

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Il 2013 ha chiuso con la grande distribuzione in sofferenza: per la prima volta si è registrato un calo delle vendite sia a valore sia a volume (-1,3 per cento in iper e supermercati, comprese le nuove aperture. Fonte: Guida Nielsen Largo Consumo). Diminuisce il potere di acquisto degli italiani, che ricercano il prodotto con il migliore rapporto tra qualità e prezzo.

L’alimentazione nelle famiglie più giovani è assicurata anche dai nonni, mentre sono sempre più premiate l’esperienza di acquisto e la piacevolezza del punto di vendita, vera differenza tra le insegne. In questo scenario nel 2013 le vendite di prodotti Conad sono cresciute del 17 per cento rispetto all’anno precedente – con un mercato che è cresciuto, a totale Italia iper e supermercati, del 5 per cento – e hanno generato un fatturato di 2,35 miliardi di euro confermandosi componente fondamentale del bilancio del gruppo. Gli aumenti più significati di quota si registrano nel comparto salumi e formaggi, oltre che nel fresco industriale. La marca commerciale cresce in tutte le categorie merceologiche in cui compete: è leader nel 38 per cento, mentre occupa la seconda posizione in un altro 30 per cento. Negli ultimi cinque anni la marca Conad ha raggiunto una quota interna sul Largo Consumo Confezionato del 26,5 per cento (+1,8 punti percentuali rispetto al 2012), 7,5 punti percentuali sopra il totale Italia (19 per cento), garantendo una qualità da leader con una convenienza del 25-30 per cento.

I dati sono stati diffusi in occasione di Marca, la manifestazione dedicata alla marca commerciale in programma a Bologna e che vede la partecipazione del direttore generale di Conad Francesco Pugliese nelle vesti di presidente di Adm – l’associazione che riunisce le imprese della distribuzione moderna – al convegno inaugurale dal tema Distribuzione e industria tra cooperazione e concorrenza, i valori dei prodotti a confronto nelle scelte dei consumatori. Una distribuzione in cui ci sono troppi attori, troppe associazioni, troppo organismi per rappresentare non più di una trentina di insegne.

"E’ urgente aprire un tavolo di confronto per semplificare questo sistema nel rispetto delle esigenze di chi fa distribuzione (orari, burocrazia, permessi, normative…); anche perché questa eccessiva frammentazione ha costi di gestione non indifferenti", sottolinea Pugliese.

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