Occorre aumentare la quantità di frutta nelle bibite che oggi per legge contengono solo il 12% di vero succo per migliorare la qualità dell’alimentazione e ridurre così le spese sanitarie dovute alle malattie connesse all’obesità, in forte aumento. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare le indiscrezioni sui contenuti del decreto sulla mini riforma della sanità.
Il riferimento è all’ipotesi di una tassa di scopo su bibite gassate allo studio del Governo per rifinanziare l’attuazione del piano per la non autosufficienza per un importo di 250 milioni di euro l’anno. Le malattie collegate direttamente all’obesità sono responsabili – sottolinea la Coldiretti, sulla base dei dati della Commissione europea – del 7 per cento dei costi sanitari dell’Unione europea, questo perché l’aumento di peso è un importante fattore di rischio per molte malattie come i problemi cardiocircolatori, il diabete, l’ipertensione, l’infarto e certi tipi di cancro.
Per migliorare il bilancio della sanità occorre concludere prima della fine della legislatura l’iter del testo unificato recante ”Norme in materia di bevande analcoliche alla frutta” all’esame del parlamento per modificare la legge nazionale ormai datata (Legge n. 286 del 1961) per la quale le bevande al gusto di agrumi possono essere colorate a condizione che esse – sottolinea la Coldiretti – contengano appena il 12 per cento di succo di agrumi, spesso all’insaputa dei consumatori. Ogni punto percentuale di succo di arancia in più oltre al 12% corrisponderebbe – spiega la Coldiretti – all’utilizzo di 25 milioni di chili in più di arance.
Gli acquisti di frutta e verdura delle famiglie italiane sono stati nell’ultimo anno pari a circa 347 chili, con un calo di oltre 100 chili (-22 per cento) rispetto a dieci anni fa. La riduzione nei consumi – conclude la Coldiretti – riguarda soprattutto le giovani generazioni con il 23 per cento dei genitori che – secondo i dati del progetto “Okkio alla salute – dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e verdura.