CLEMENTINE DI CALABRIA IGP: STAGIONE CON IL SORRISO, MA PREOCCUPA L’AUMENTO DEI COSTI

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Si chiude con il segno positivo la campagna delle clementine di Calabria IGP per via dell’aumento delle superfici dei soci (un centinaio di ettari) e di un migliore prezzo spuntato sul mercato grazie ad una campagna più lunga che ha permesso di ottimizzare la gestione dei volumi commercializzati.
Tuttavia, nell’assemblea del Consorzio di Tutela, tenutasi lo scorso 23 febbraio, tra gli associati sono emerse forti preoccupazioni per la prossima campagna, legate sia all’incremento del costo delle materie prime, che per quest’anno non è riuscito ad impattare sulla campagna, che alla grave instabilità dello scenario internazionale.
Ne parliamo con Gabriella Martilotti (nella foto), vicepresidente del Consorzio di tutela delle Clementine di Calabria IGP, in un’intervista esclusiva per il Corriere Ortofrutticolo.
“Abbiamo concluso questa campagna con il segno positivo – conferma Martilotti -. Non solo per l’incremento delle superfici certificate con la denominazione di origine, circa cento ettari in più, per un totale odierno di base aggregata di circa 800 ettari, ma anche perché, con il favore del clima, quest’anno abbiamo avuto una stagione più lunga e ci ha permesso di gestire al meglio i volumi di prodotto commercializzato. I prezzi sono in leggero aumento rispetto alla scorsa campagna anche se, anche quest’anno, ad inizio commercializzazione, abbiamo assistito ancora una volta alla svendita di prodotto certificato da parte di alcune aziende, anche attraverso accordi con la GDO che rientrano nelle pratiche di sottocosto ammesse dalla nuova normativa sulle pratiche commerciali sleali”.
Complessivamente, sono stati commercializzati circa 100mila quintali di prodotto a denominazione di origine, la maggior parte dei quali, distribuiti nei canali retail di fascia alta. Una piccola parte del prodotto IGP che veniva esportata verso la Bielorussia, e prima ancora verso la Russia, mercati oggi chiusi, è confluita sulla piazza l’Ucraina prima che scoppiasse la crisi internazionale
“Con lo stop, dal primo gennaio scorso, al commercio con la Bielorussia – specifica Martilotti -, abbiamo dovuto indirizzare tutti i nostri volumi esportati verso l’Est, sul mercato ucraino. Per il prodotto convenzionale era diventato un hub logistico strategico perché si volgeva alle piazze dell’Est extra europeo che ogni anno assorbe circa il 20-30% del prodotto non certificato che non trova sbocco sul mercato italiano. L’IGP, per contro, lavora soprattutto con il canale retail italiano di fascia alta e poi perché all’estero non c’è tanto il riconoscimento della denominazione di origine quanto quello del Made in Italy genericamente inteso”.
Anche per questo, il Consorzio di tutela sta lavorando ad un progetto di comunicazione che permetta di valorizzare all’estero la denominazione di origine territoriale, in questo caso delle clementine di Calabria, che permetta peraltro di uscire dai canali di distribuzione abituali oltre confine, ossia gli ortomercati, e che si allinei ai nuovi interessamenti anche da parte della GDO di quei territori.
“Se fino a circa cinque anni fa, quello di esportare il nostro prodotto era un progetto ancora agli albori – ci dice Martilotti -, adesso ci sono le condizioni per partire con azioni concrete. Ferma restando la grande incertezza e instabilità del mercato internazionale di cui è impossibile prevedere gli sviluppi, stante anche la chiusura del mercato ucraino, il Consorzio sta progettando di consolidare e rilanciare l’export anche verso nuove destinazioni extra UE quali il Regno Unito, il Nord America, Canada e USA o i più vicini Emirati Arabi Uniti. Sul mercato nazionale, invece, per creare maggiore valore aggiunto sul prodotto IGP, stiamo lavorando ad una campagna di comunicazione specifica grazie all’adesione al bando PSR Regione Calabria per la promozione che punta, fra le altre cose, anche ad accrescere la base associata ed i volumi commercializzati”.
L’impennata del costo delle materie prime che si registra massivamente dall’inizio di questo 2022, crea non poche preoccupazioni per la prossima campagna delle clementine di Calabria. “Anche per questo – afferma Martilotti – il Consorzio chiede al governo ulteriori iniziative per calmierare i prezzi e un’accelerazione sulla stesura del PNRR di modo da rendere questo strumento effettivo nell’agevolare le imprese. Un respiro di sollievo, infine, arriva ai produttori di clementine, dall’estensione degli aiuti accoppiati OCM anche al settore agrumicolo.
Mariangela Latella

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