Importanti progetti di sviluppo per il CIV, Consorzio Italiano Vivaisti di San Giuseppe di Comacchio (FE), su melo e fragola.
Grazie alla propria rete di aziende partner e collaboratori nella zona di Huelva (Sud della Spagna), il CIV ha lanciato il progetto di sviluppo della nuova varietà di fragola CIVL519*/ Shayda®, che coinvolge grandi player locali (cooperative, produttori ed aziende di export) con la messa a dimora nei prossimi giorni di quattro milioni di piantine.
Parallelamente cresce la partnership con il Consorzio Vog per la varietà di mela CIVM49*/Red Pop®. Dopo la messa a dimora della varietà in Alto Adige, sono già partite le prove in campo nei principali Paesi produttori del Vecchio Continente quali Spagna, Francia, Austria, Svizzera e Regno Unito. Ne parliamo con Marco Bertolazzi, responsabile dello sviluppo commerciale di CIV, che abbiamo incontrato a Fruit Attraction.
Quali le ultime tendenze di mercato nello sviluppo di nuove varietà vegetali?
“È un settore fortemente in espansione, nonostante la pandemia. In linea generale, tutto il settore dello sviluppo di varietà vegetali sta crescendo. Proliferano i programmi di miglioramento genetico per cui, con l’aumento dell’offerta, cresce anche la competizione che crea delle difficoltà nei progetti di sviluppo. L’aspetto positivo però è che, grazie a questa diversificazione di varietà, si avranno a disposizione più cultivar per capire quali sono quelle in grado di trovare rispondenza sul mercato e soddisfare le esigenze dei consumatori”.
Su quali mercati si sta concentrando maggiormente il CIV?
“In questa fase, il CIV sta puntando ad aumentare la penetrazione del mercato in determinati territori, come la Spagna, dove, fino ad ora, non aveva mai sviluppato una rete di contatti come quella costruita nell’ultimo anno e mezzo”.
Perché?
“Abbiamo deciso, per motivi commerciali, di sviluppare il mercato spagnolo. Sia quello della fragola che del melo. In quest’ultimo caso, però, stiamo parlando di un progetto che è iniziato quattro anni e mezzo fa. Le mele si producono in diverse regioni autonome della Penisola Iberica e grazie ad un nostro rappresentante stiamo cercando di far conoscere le nostre varietà e la nostra genetica, che fino a pochi anni fa era conosciuta solo da poche aziende. Con la fragola invece, ci stiamo lavorando da un paio d’anni e, grazie ad un nostro consulente a Huelva, siamo riusciti a creare una rete di aziende che collabora con noi e, finalmente, abbiamo avviato un progetto commerciale importante”.
Progetti già partiti?
“Come dicevo, abbiamo iniziato un progetto a coronamento dell’attività di networking e sperimentazione dei due anni precedenti con la messa a dimora nei prossimi giorni di circa quattro milioni di piantine della varietà CIVL519*/Shayda®“.
Parliamo di pere. Si teme l’estinzione commerciale a causa della crisi strutturale che ha colpito questo comparto, per la gran parte situato in Emilia-Romagna. State lavorando ad un miglioramento varietale per l’Abate Fetel?
“Più che lavorare su un miglioramento di Abate Fetel, stiamo cercando una varietà, di qualsiasi origine, di qualsiasi programma di miglioramento genetico nel mondo, che si possa adattare alla Pianura Padana, che abbia una buona produttività, ossia che sia in grado di arrivare alle 40 tonnellate per ettaro, ben superiori a quelle realizzate con l’Abate Fetel, circa 20-30. Cerchiamo inoltre una varietà facile da gestire, con frutti in grado di conservarsi almeno 6 mesi e che abbia un gusto e delle proprietà organolettiche più in linea con le esigenze dei consumatori. Parliamo anche di pere croccanti, ad esempio, che si possano mangiare alla raccolta. A tal proposito non si escludono quindi ibridi-interspecifici (incroci tra varietà di pero europeo e pero cinese)”.
Magari rosse…
“Nella crisi del pero, che è estremamente grave, il colore, secondo molti operatori del settore, può anche passare in secondo piano. Un po’ di rosso, statisticamente attrae di più, ma, adesso, il problema è talmente importante che diventano prioritarie altre caratteristiche, come quelle che ho appena descritto.
Fate NBT-New Breeding Technologies?
“Non le facciamo ancora, ma abbiamo le competenze e stiamo dedicando alcune delle nostre risorse allo studio di alcuni di queste tecniche innovative. Vogliamo restare al passo con il progresso scientifico ed essere pronti a cogliere opportunità future, quando si presenteranno”.
Fate la selezione assistita con marcatori molecolari?
“In base ad una nostra un’analisi costi-benefici, non le consideriamo ancora sostenibili. O meglio, non è sostenibile fare una selezione di massa basata sui marcatori. Ma con il nostro modo di operare, possiamo dire che abbiamo un piede dentro. Stiamo lavorando per identificare dei marcatori specifici per alcuni caratteri dei progenitori che usiamo per fare gli incroci. In pratica, se siamo in grado di sapere quali sono i geni che codificano i caratteri delle nostre selezioni, siamo anche in grado di predire i risultati degli incroci che facciamo”.
Come procede il progetto ‘mela Red Pop®’ con il Consorzio Vog?
“Vog è il licenziatario europeo esclusivo per la produzione e la commercializzazione. Ad oggi, dopo una significativa fase di piantumazione in Alto Adige, stiamo valutando con VOG di espandere il progetto nei principali Paesi produttori del Vecchio Continente come Francia Spagna, Austria, Svizzera e UK dove stiamo già facendo delle prove.
Un commento sulla fiera?
“Ci interfacciamo con aziende di tutto il mondo e siamo in Spagna soprattutto per gestire i progetti e cogliere le opportunità della penisola iberica. Anche se, a livello di afflusso, non è la stessa fiera del 2019, possiamo dire che siamo contenti della nostra partecipazione”.
Mariangela Latella