Valorizzare il settore cerasicolo veronese con il rinnovo degli impianti, delle varietà e delle infrastrutture a servizio dei frutteti. Sono questi, in sintesi, i principi su cui puntare per rilanciare il ciliegio nel Veronese, che da alcuni anni risente di una flessione negativa. Di questi temi si è parlato recentemente in un incontro tecnico.
L’evento organizzato dalla Provincia di Verona e da Coldiretti Verona si è tenuto nella sede della Cantina della Valpantena e durante un corso di formazione a Montecchia di Crosara organizzato da Impresa Verde formazione di Coldiretti Verona articolato in tredici lezioni e rivolto a una ventina di imprenditori del settore.
Il ciliegio è ancora una coltura importante per Verona, anche se in diminuzione, che raggiunge i 135.000 quintali per un valore di circa 30 milioni di euro in 1850 ettari coltivati.
“Nonostante le modeste superfici investite, – dice Damiano Berzacola, presidente di Coldiretti Verona – il ciliegio può essere considerato una coltura di reddito sul nostro territorio purché l’imprenditore agricolo adotti una line produttiva più innovativa che prevede l’introduzione di portinnesti nanizzanti o seminanizzanti che permettono un governo meno oneroso degli alberi, l’ammodernamento dell’offerta varietale, le innovazioni introdotte dalla tecnica di coltivazione e una gestione intensiva del frutteto. Tutto ciò per favorire un’evoluzione della cerasicoltura che può, di conseguenza, essere considerata una valida alternativa alle colture tradizionali”.
Fino a sette-otto anni fa, la provincia di Verona era un esportatore importante di ciliegie in tutta Europa; oggi la città è costretta a importare il prodotto da altre Regioni e Paesi, tra cui l’emergente Turchia.
“Per rimanere competitivi nel settore cerasicolo – precisa Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Verona – occorre immettere sul mercato un prodotto caratterizzato da elevati standard qualitativi in linea con le attuali esigenze dei consumatori che ricercano frutti di grossa pezzatura, di elevata consistenza, di buon sapore, grazie a un rapporto bilanciato tra zuccheri e acidi, e con una colorazione della buccia intensa e brillante”.
Accanto a questi caratteri intrinseci del frutto ve ne sono altri, di tipo agronomico e non meno importanti, che identificano il potenziale della varietà anche dal punto di vista del cerasicoltore: precocità di entrata in produzione, uniformità di maturazione, costanza produttiva, resistenza allo spacco e alle avversità biotiche, tenuta di maturazione in pianta e nel post-raccolta, oltre a una prolungata disponibilità delle ciliegie perseguibile attraverso un ampliamento del calendario di maturazione. In quest’ottica, l’innovazione varietale, il sistema di conservazione anche come i frigo conservatori, investimenti in coperture per eventuali piogge e grandinate, diventano strumenti fondamentali per ottenere frutti di ottima qualità.
“La coltivazione dei ciliegi ha una valenza economica per l’imprenditore poiché un ettaro coltivato a ciliegio può garantire fino a 150 quintali di frutti – conclude Piccioni – ma ha altresì un valore ambientale e di sostegno alle tradizioni locali. Invitiamo gli agricoltori a rivolgersi per ogni informazione tecnica a Gino Bassi della Provincia di Verona e ai nostri uffici per seguire gli incontri tecnici organizzati e a valutare i sistemi di vendita diretta o in aggregazione”.